lunedì 10 dicembre 2007

LA FOLLIA DELL'AMORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Una parabola non è un insegnamento da ricevere in modo passivo o da rinchiudere nella memoria, bensì è un invito a partecipare alla scoperta della verità. Gesù comincia chiedendo: "Che ve ne pare?" Una parabola è una domanda con una risposta non definita. La risposta dipende dalla reazione e partecipazione degli ascoltatori. Cerchiamo, quindi, la risposta a questa parabola della pecora smarrita.
Per mezzo di questa parabola (vedi Mt 18,12-14), Gesù rivela alcune situazioni intollerabili nelle comunità: capita che uno dei piccoli si smarrisca e che per gli altri sia perduto, come succede ancora oggi. Quindi la sua critica non solo è indirizzata per le comunità di un tempo ma anche a quelle di oggi.
Nella sua parabola Gesù dà criteri di relazione nei confronti di chi è smarrito. Gesù chiede: "Che ve ne pare?" Ossia: "Voi fareste la stessa cosa?" Quale sarà stata la risposta dei pastori e delle altre persone che ascoltavano Gesù raccontare questa storia? Farebbero la stessa cosa? Qual è la mia risposta alla domanda di Gesù? Pensiamo bene prima di rispondere. Se tu avessi 100 pecore e ne perdessi una, cosa faresti? Non bisogna dimenticare che le montagne sono luoghi di difficile accesso, con profondi precipizi, abitati da animali pericolosi e dove i ladroni si nascondono. E non puoi dimenticare che hai perso una sola pecora, quindi ne hai ancora 99! Hai perso poco! Abbandoneresti le altre 99 su quelle montagne? Forse solo una persona con poco buon senso farebbe ciò che fece il pastore della parabola di Gesù? Pensatelo bene!
Questo piccolo che si è perduto ha una tale importanza che si trascurano tutti gli altri per andare a cercarlo e ritrovarlo, poiché Dio è chiaramente dalla parte di coloro che si respingono ai margini della società e che si dimenticano. Questa è la risposta di Gesù per noi, in questa parabola evangelica: "Questo pastore è Dio, nostro Padre, e la pecora smarrita sei tu!" Detto con altre parole, chi compie questa azione è Dio mosso dal suo grande amore per i piccoli, i poveri, gli esclusi! Solamente un amore molto grande è capace di compiere una follia così. L'amore con cui Dio ci ama supera la prudenza ed il buon senso umano. L'amore di Dio commette follie. Grazie a Dio! Se non fosse così, saremmo perduti.
Allora è il caso di ripensare il Regno di Dio sotto un'ottica diversa; quell'ottica che ha per valori l’indulgenza, il rispetto e il soccorso.
Nella preghiera personale, chiediamo allo Spirito Paraclito (Il Consolatore) che ci aiuti a percepirci amati, cercati, portati sul cuore da Gesù. Chiediamo di "leggere" il mistero dell'incarnazione in questa ottica e preghiamo per poter essere capaci di consolare i fratelli.