venerdì 18 gennaio 2008

ANCHE TU NELLA MISERICORDIA DI DIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Quanto è grande la misericordia del Signore! Gesù continua a camminare nella nostra ferialità e l'evangelista Marco continua a narrarci questo passaggio di Dio e le grandi meraviglie che Egli compie (vedi Mc 2,13-17).
Anche se è l'evangelista Luca a sottolineare la misericordia di Dio, in questo brano la riscontriamo. In Dio, giustizia e misericordia sono inseparabili. Lo vediamo per esempio quando Gesù, rivolgendosi ai farisei (a quelli, cioè, che si credevano persone superiori e, anzi, perfette), dice loro: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (Mt 21,31). Così il Signore dice a un pubblicano (Levi) di venire a unirsi agli altri apostoli che erano già con lui.
Marco presenta Gesù che, raggiunto dalla folla lungo il mare, si sofferma con essa e l'ammaestra. In questo contesto di insegnamento è collocata la chiamata di Levi, il figlio di Alfeo. Come era accaduto per i primi discepoli, la chiamata alla sequela raggiunge Levi nel pieno delle sue attività, nel suo quotidiano. Anche la risposta del chiamato è simile a quella di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni: egli si alza e segue Gesù. La prima tappa di questa sequela porta Levi a mangiare insieme con Gesù, condividendo, però, questo momento con i pubblicani e i peccatori. Prima di diventare discepolo del Signore, Levi era uno di loro, un pubblicano, considerato dalla gente un peccatore a causa del suo lavoro. Ora, da discepolo del Signore, è invitato a condividere con loro la mensa. Ed è questa situazione di condivisione che provoca la reazione degli scribi, perché, nell'antichità, il mangiare insieme impegnava tra loro i commensali, li faceva entrare in una comunione di vita. Come può dunque, un uomo come Gesù mangiare con peccatori e pubblicani? Cristo non si riserva alle persone colte, agli scribi, a chi rispetta le leggi con scrupolo. Per rispondere alla critica mossagli, Gesù rivela lo scopo della sua missione: «non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».
Con questo parole, il Signore esplicita l'insegnamento contenuto nella chiamata di Levi e nel mangiare insieme ai peccatori e pubblicani: egli desidera chiamare a sé coloro che più hanno bisogno della sua misericordia perché entrino nella comunione con Dio. Non solo, anche ai discepoli di Gesù viene chiesto di condividere la sua "passione" per chi è "lontano da Dio": anche noi siamo chiamati, nel nostro quotidiano, a "mangiare insieme a peccatori e pubblicani", a testimoniare concretamente il volto misericordioso e compassionevole del Padre.
Preghiamo così: Noi tutti siamo feriti e malati. Signore, fa’ che non siamo mai sdegnati nei confronti degli altri. Fa’ che, in mezzo a tutta questa umanità talmente ferita, noi siamo testimoni del tuo Spirito e che portiamo la tua Buona Novella, non a parole, ma con i fatti.