sabato 19 gennaio 2008

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Nella liturgia della Parola di questa domenica si sente ancora l’eco della celebrazione del Battesimo di Gesù. Infatti la testimonianza di Giovanni, che presenta Gesù come l’Agnello di Dio (vedi Gv 1,29-34), avviene nella cornice del battesimo, anche se esso non viene esplicitamente menzionato nel quarto vangelo.
La prima lettura, che riporta il secondo canto dei 4 canti del “servo del Signore” dal profeta Isaia (vedi Is 49,3.5-6), riprende e prolunga il primo canto letto nella domenica precedente.
Nella prima lettura il profeta Isaia parla di un servo che viene manifestato al mondo e nel quale si rivela la gloria di Dio. Dio vuole manifestare la sua santità, il suo amore e lo vuole manifestare a tutto Israele. Ma proprio per manifestarlo a tutto Israele chiama un servo e gli affida una missione. Allora è la gloria di Dio che deve manifestarsi nel mondo intero, nel popolo del Signore e in tutti i popoli, attraverso Israele. Ma perché questo si compia, Dio si “fa” un servo, che sarà il suo strumento, strumento di rivelazione e di salvezza: questo Servo è identificato, nel vangelo, con Gesù Cristo.
Il battesimo di Gesù non viene narrato direttamente nel quarto vangelo; si suppone che sia avvenuto in precedenza e Giovanni ne fa memoria davanti a un pubblico imprecisato di ascoltatori. Veniamo così a sapere che lo scopo stesso del battesimo di Giovanni era di poter ‘rivelare’ Gesù. Emerge, in primo piano, la “conoscenza” di Gesù. Riconoscere in Gesù “il Figlio di Dio”, come fece il Battista, non è un atto di fede che nasce da noi, ma un dono dello Spirito Santo. Prima il Battista non conosceva Gesù, pur essendo suo parente secondo la carne, ma Dio gli ha aperto gli occhi, gli ha fatto riconoscere la sua presenza, gli ha concesso non solo di ascoltare la sua parola, ma di “vedere”.
La “visione” dello Spirito, vale a dire la profonda esperienza di fede che fa entrare più a fondo nel mistero di Dio, spinge alla testimonianza. Il vangelo e le lettere di Giovanni insistono molto sulla fede come esperienza, donata dallo Spirito, che coinvolge tutta la persona. E spinge a rendere testimonianza: “Ho visto e ho reso testimonianza” dice il Battista.
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