venerdì 16 maggio 2008

IMPARARE AD ASCOLTARE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La Parola ogni giorno ci accompagna per alte vette (vedi Mc 9,2-13). Conduce pian piano per vie misteriose, ma è proprio in queste vie che spesso "ci si blocca" perchè qualcosa non torna nel nostro modo di pensare, allora ci piace fermarci dove sentiamo di stare bene, dove magari vediamo cosa ci sta dopo allora ci autorizziamo a scegliere le comodità.
Anche per gli apostoli è stata così, ma lo è per quanti si accostano a Gesù per ascoltarlo, per accogliere la sua misericordia, per vivere in maniera affascinante alla sua presenza, come Pietro. Infatti, egli prende la parola, cioé si fa portavoce dell'altro ma sbaglia perché fa un discorso vano, "non sapeva infatti che cosa dire", un discorso non all'altezza di un buon discepolo, non all'altezza del mistero di Dio e per questo sbaglia, pronunciando un discorso vano e un po' meschino, di certo non all'altezza del grande mistero di Dio al quale ha appena preso parte.
In queste parole evangeliche noi possiamo rilevare la non capacità di ascolto. Infatti, tutte quelle volte che non ascoltiamo bene il Signore, ogni parola umana rimane inconcludente, oziosa, o, peggio ancora, si fa strumento di morte, di maledizione e malevolenza per gli uomini fatti ad immagine di Dio (cfr. Gc 3,9-10).
Allora per noi l'invito è quello di sempre, un invito che viene dall'Alto: «Ascoltatelo!". Quest'imperativo del Padre vuole essere la carta di identità divina e, nello stesso tempo, della necessità di un ascolto profondo e radicale della parola del Cristo, che passa dalla croce per giungere alla risurrezione.
Chiediamo durante la nostra preghiera quella capacità di saper ascoltare.