lunedì 16 giugno 2008

AMARE SENZA CONFINI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

"La Parola di Dio è sempre viva ed efficace", scrive l'autore della Lettera agli Ebrei (vedi Eb 4,12). Ed è in questa sua efficacia che Gesù ci introduce nel senso profondo della figliolanza divina che il Battesimo ci ha donato. Ed è certamente lo Spirito; non un nostro sforzo eroico di volontà, che ci abilita a un amore tanto forte. Perché già il perdono del nemico è moltissimo, ma qui si va oltre; si tratta infatti di contrapporre all'odio l'amore. Ed è opera solo divina: di un Dio che vive e agisce in noi. Si tratta però di collaborare alla sua azione con una docilità sempre più attenta, delicata e forte. Il vangelo di oggi (vedi Mt 5,43-48), è la continuazione di quello di ieri. Qui raggiungiamo raggiungiamo la cima della Montagna delle Beatitudini, dove Gesù proclamò la Legge del Regno di Dio, il cui ideale si riassume in questa frase lapidaria: "Siate perfetti come vostro Padre del cielo è perfetto" (Mt 5,48). Gesù stava correggendo la Legge di Dio! Cinque volte di seguito aveva già affermato: "Fu detto, ma io vi dico!" (Mt 5,21.27,31.33.38). Era un segno di molto coraggio da parte sua, in pubblico, davanti a tutta la gente riunita, correggere il tesoro più sacro della gente, la radice della loro identità, che era la Legge di Dio. Gesù vuole comunicare un modo nuovo di guardare e praticare la Legge di Dio. La chiave per poter attingere questo nuovo sguardo è l'affermazione: "Siate perfetti come vostro Padre del cielo è perfetto". Mai nessuno potrà arrivare a dire: "Oggi sono stato perfetto come il Padre del cielo è perfetto!" Stiamo sempre al di sotto della misura che Gesù ci ha posto dinanzi. Forse è per questo che Lui ci ha posto dinanzi un ideale impossibile da raggiungere per noi mortali? In tutto questo abbiamo il segreto per rimettere a nuovo il tessuto connettivo delle famiglie e delle comunità, dove tanto spesso sorgono conflitti. E' una apertura all'amore attraverso il mistero di morte e resurrezione di Gesù. Sì, è sempre Dio a darci la possibilità di amare senza quelle discriminazioni che vengono dalla nostra suscettibilità, offesa.
Nel suo grande esempio di Padre, Egli "Fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni, fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti." (Mt 5,45). Se dunque Gesù ci invita a dilatare il cuore fino ad amare chi ci è ostile, significa che vuole aiutarci a diventare, in concreto, quello che siamo: figli del Padre celeste, non servi. La scommessa è smetterla di chiedere comprensione, benevolenza, accettazione, simpatia dagli altri. Urge rovesciare le carte e mettere più amore proprio là dove avverto che qualcuno ne ha poco o niente per me. Senza fare la vittima. Senza tristezze. Ed è lo Spirito Santo che, invocato con perseverante preghiera, ci spinge verso la pienezza della vita filiale che è amare anche i nemici. Preghiamo così: Sei tu, mio Dio, a darmi tutto l'Amore. Ed è gioia diffonderlo, col tuo aiuto, proprio là dove non c'è.