domenica 15 giugno 2008

UNA GIUSTIZIA PIENA D'AMORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Già è passato mezzo mese, e la Parola di Dio ci accompagna in questo lunedì della XI settimana del Tempo Ordinario nella nostra vita ordinaria così come la viviamo.
Il vangelo di oggi (vedi Mt 5,38-42) fa parte di una piccola unità letteraria che va da Mt 5,17 fino a Mt 5,48, (vedi Mt 5) in cui si descrive come passare dall'antica giustizia dei farisei (Mt 5,20) alla nuova giustizia del Regno di Dio (Mt 5,48). Descrive come salire sulla Montagna delle Beatitudini, da dove Gesù annunciò la nuova Legge dell'Amore. Il grande desiderio dei farisei era vivere nella giustizia, essere giusti dinanzi a Dio. E questo è anche il desiderio di tutti noi. Giusto è colui o colei che riesce a vivere dove Dio vuole che viva. I farisei si sforzavano di raggiungere la giustizia mediante la stretta osservanza della Legge. Pensavano che con il loro sforzo potevano arrivare a stare dove Dio li voleva. Gesù prende posizione nei confronti di questa pratica e annuncia la nuova giustizia che deve superare la giustizia dei farisei (Mt 5,20). Nel vangelo di oggi stiamo giungendo quasi alla cima della montagna. Manca poco. La cima è descritta in una frase: "Siate perfetti come il vostro Padre celestiale è perfetto" (Mt 5,48), che mediteremo nel vangelo di domani. Vediamo da vicino questo ultimo grado che ci manca per giungere alla cima della montagna, di cui San Giovanni della Croce dice: "Qui regnano il silenzio e l'amore".
In questa montagna, dove avviene un grande discorso, Gesù affronta il tema della "giustizia" di Dio. L'antica legge del taglione, che pure cercava di regolare la vendetta perché non fosse illimitata e implacabile, viene cancellata da Gesù. Il suo intento è sconfiggere in radice la vendetta e scongiurare l'inarrestabile spirale di violenza. Bisogna però capire. Opporsi all'ingiustizia è normale, è bene. Ma là dove questo opporsi implica il vendicarsi, là dove s'innesca un processo di violenza, Gesù fa saltare qualsiasi parametro di pretesa giustizia, e chiede che al di sopra di tutto vi sia l'amore, sempre. Solo il bene infatti può vincere il male, solo l'amore spegne la violenza. La vera forza del cristiano è la sua non-violenza. "Siate misericordiosi com'è misericordioso il vostro Padre celeste", dice Gesù. Tutto, insomma, viene capovolto: il discepolo non solo bandisce la vendetta dal suo comportamento, ma deve porgere l'altra guancia. Non è ovviamente una nuova regola, né tantomeno un atteggiamento masochista. E' piuttosto un nuovo modo di vivere tutto centrato sull'amore. E' l'amore che rinnova il cuore e che rende nuova la vita. Se uno ama offre anche il mantello a chi glielo chiede ed è pronto a compiere anche il doppio dei chilometri a chi gli domanda compagnia.
Chiediamoci allora: Sono persuaso che la mitezza è forza e ogni arroganza, aggressività è debolezza? Voglio ciò che è giusto soprattutto per gli altri, ma con cuore mite e umile, con determinata volontà d'amore in sintonia con la volontà del Padre celeste e con lo stile di Gesù?
Preghiamo lo Spirito Santo perché ci illumini e ci rinnovi interiormente: "Crea in me un cuore colmo di bontà e dammi la forza di vincere i fremiti dell'orgoglio e dell'ira, mostrandomi mite con tutti".