venerdì 11 luglio 2008

NON ABBIATE PAURA!

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Nel Vangelo di questo sabato, troviamo la meravigliosa parola di Gesù sull’attenzione che porta Dio ai discepoli (vedi Mt 10,24-33). Ma non contiene qualche cosa di ingenuo, di diverso dalla realtà? Innanzitutto: Gesù stesso ha vissuto nella fiducia assoluta. Egli era profondamente colmo di questa certezza: il Padre mi accompagna, sa cosa mi succede, è molto vicino a me. Gesù stesso ha dovuto lottare per conservare la fiducia: sul monte degli Ulivi e sulla croce dove Dio sembrava essere molto lontano da lui. l'invito è a non avere paura: un invito che, nel brano del Vangelo odierno, si ripete per ben tre volte ed è, per così dire, il "tessuto connettivo" del brano stesso. La comunità che ci ha trasmesso le parole di Gesù che menzionano i passeri e i capelli e l’evangelista che le ha trascritte per noi conoscono la fine fatta da Gesù sulla croce. Qui l'immagine dei passeri evidenzia una realtà: se perfino queste creaturine da nulla non sono trascurabili per il Dio della vita, quanto più Egli si prenderà cura di noi, essendo per noi Padre! Gesù poi "sconfigge" l'insidia profonda che sta dentro ogni uomo: la tentazione della disistima di sé. "Voi valete più di molti passeri". Certo, siamo figli nel Figlio di Dio, siamo stati comperati a prezzo della sua morte. E la nostra stessa morte non può più metterci spavento se, "ingoiata" dalla sua, è ora solo un fatto biologico che diventa "porta" spalancata sulla pienezza della vita.
San Matteo, la sua comunità e noi che ci definiamo cristiani siamo noi stessi perseguitati, attaccati, rifiutati. Tutti noi viviamo amaramente i difficili conflitti dove ci porta la professione di fede per Gesù. Ma, Gesù continua a rafforzare questa nostra fede: “Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate quindi timore”.
Non è una parola credula ed estranea alla realtà, è una parola di fiducia profonda che ha passato le sue prove, proprio nel periodo della crisi delle persecuzioni, è la professione di fede e l’esperienza stessa di una comunità che viene martirizzata. Può contare sulla presenza di Dio.
E noi, lo ascoltiamo quando ci invita ad avere tale fiducia? Riflettiamoci silenziosamente durante la nostra preghiera.