lunedì 15 settembre 2008

AVERE COMPASSIONE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

La Parola di Dio, in quale maniera si fa sentire nella nostra vita di tutti i giorni è Parola di Risurrezione, così come indica in Vangelo odierno nella festa dei santi Cornelio e Cipriano (vedi Lc 7,11-17).
Nel brano evangelico lucano, vi è una grande essenzialità. Solo ciò che conta per lasciarsi afferrare da un evento di morte che si trasforma nel trionfo della vita. Gesù Parola incarnata del Padre è il protagonista, meglio "il Signore" così come sottolinea, per la prima volta, l'evangelista Luca. In questo termine c'è tutto il senso della messianicità di Gesù il Signore, "per il quale tutto è stato fatto"; è il Signore della vita e della morte perché anche ad essa comanda intimandole di retrocedere di fronte a quella sua energia divina che riesce a vincere il potere distruttore.
Ora il Signore vuole completare questa energia divina con la sua compassione in quel dire: "Il Signore ne ebbe compassione e le disse: Non piangere". "E accostatosi toccò la bara".
Le viscere materne si muovono a compassione. E' il Figlio di Dio l'Altissimo che si fa così vicino al dolore umano da volere restituire il figlio a una madre affranta per aver perduto l'unico suo umano bene. Era infatti vedova e non aveva che quel figlio! L'atmosfera che si crea attorno a questo evento è espressa da quel "glorificavano Dio dicendo: un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". E' la stessa espressione che leggiamo nel libro dei Re, quando Elia risuscita il figlio della vedova di Zarepta (vedi 1Re 17,7-16). Sì, Gesù è come Elia, un grande profeta. Ma la sua Persona è anche il Signore. C'inoltra nel Mistero di Dio-Amore, infinita tenerezza per l'uomo.
Fermiamoci ameditare questa pagina evangelica lasciandoci toccare dalla compassione di Gesù: da quella tenerezza per i poveri e gli umili a cui, in qualche modo, apparteniamo. Preghiamo così: Due cose, Signore, oggi ti chiedo: di appartenere al mondo degli umili su cui tu ti chini con tenerezza preferenziale, e inoltre di essere anch'io propenso alla compassione per chi soffre: una compassione-tenerezza che mi spinga a consolare e ad aiutare.