martedì 9 settembre 2008

BEATI VOI, POVERI. GUAI A VOI, RICCHI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

In questo testo del vangelo (vedi Lc 6,20-26), Gesù annuncia l'arrivo della salvezza promessa da Dio invitando alla gioia e alla speranza. Egli lo fa proclamando il mondo dei valori di Dio, capovolge la scala dei valori dell'uomo e annuncia il modo con il quale Dio salva. Alcuni chiamano questo discorso il “Discorso della Pianura", perché secondo Luca, Gesù scese dal monte e si fermò in un luogo in pianura dove pronunciò il suo discorso. In Luca, il sermone è più breve e più radicale. Contiene solo quattro beatitudini e quattro maledizioni, indirizzate alle comunità ellenistiche, costituite da ricchi e da poveri. Le beatitudini per i poveri e le lamentazioni per i ricchi non vanno lette in chiave moralistica, cioè non dicono che cosa deve fare l'uomo. C’è una rivelazione progressiva nel modo in cui Luca presenta l’insegnamento di Gesù, manifestando cosa fa Dio in Gesù e rivelano come agisce Dio nella storia umana. L'idea di fondo è rivelare il volto di Dio in Cristo. In lui vediamo come Dio dona a noi il suo regno. Qui possiamo interrogarci per capire: quale volto di Dio conosciamo nella vita di tutti i giorni?
La storia e la cronaca del mondo attuale, piena di miserie, di fame, di pianto e di ogni genere di mali è lo spazio d'azione del credente, se vuole essere anche credibile. I discepoli sono beati anche perché partecipando al mistero di persecuzione e di morte del Cristo sono associati più profondamente alla sua missione di salvezza. In questa circostanza non devono accontentarsi di avere pazienza o di attendere che passi al più presto il momento della prova, ma devono vivere intensamente in sé quanto dice il Maestro:" Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli" (Lc 6,23). Le felicitazioni e le congratulazioni per i poveri si fanno lamentazioni e condoglianze per i ricchi. Il "guai a voi" non è un grido di vendetta o di minaccia, ma un estremo grido di compianto, di compassione e di lamento che Gesù rivolge ai ricchi perché mettono le cose al posto di Dio e non hanno ancora sperimentato la gioia di colui che vende tutto per acquistare il tesoro che è Cristo (cfr. Mt 13,44). Il regno di Dio progredisce là dove il male e la miseria di ogni genere regrediscono e scompaiono. La comunità cristiana è sulla strada di Cristo solo quando si prende cura dei poveri, degli affamati, degli afflitti, e lotta contro le persone o le situazioni che sono la causa di questi squilibri. L'ingordigia di alcuni è la causa della miseria di molti. E quel che è peggio è che i ricchi hanno sempre ragione. Per questo la Chiesa deve stare molto attenta a non "benedire" i tiranni, i malfattori, gli affamatori di popoli..., o a tacere, a fin di bene, lì dove Cristo avrebbe alzato solennemente la sua voce senza paura di andare alla morte di croce. Una Chiesa che non è osteggiata e perseguitata dai potenti di questo mondo può essere veramente la Chiesa di Cristo? Il messaggio cristiano ha pure una prospettiva oltre la morte: la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Ma prima bisogna giocare tutte le carte che la situazione presente ci fornisce. E' vero costruttore del regno di Dio chi si impegna con tutte le sue possibilità a rendere più abitabile la terra. La risurrezione non cancella la storia, ma divinizza tutto ciò che noi stiamo umanizzando.
Le beatitudini si possono comprendere solo conoscendo che Dio è amore per tutti.
Preghiamo così: "Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto" (Sal 114).