domenica 28 settembre 2008

GESU': NUOVA SCALA DI GIACOBBE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Il mese degli angeli sta per concludersi e non potevamo che fare ricordo dei Santi Arcangeli. La Parola, presa dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni ci conduce a contemplare gli Angeli che fanno corona al Figlio di Dio (vedi Gv 1,47-51). Il brano è collocato nella conversazion ta Gesù e Natanaele.
L'evangelista presenta Gesù che legge nel cuore dell'uomo, riconosce la prontezza, la ricerca sincera e il desiderio di Natanaele di incontrarsi con lui. E Gesù, vedendolo arrivare così aperto e disponibile, lo mette a suo agio salutandolo come un autentico rappresentante d'Israele in cui non c'è falsità. Gesù chiama quest'uomo "israelita", cioè degno del nome di Israele, perché questo nome significa "colui che vede Dio" e a Natanaele viene promessa la visione degli angeli che scendono e salgono sul figlio dell'uomo.
Gesù conosce bene Natanaele, anche se lo incontra per la prima volta, perché egli conosce tutti e sa cosa c'è nell'uomo. E Gesù dà a Natanaele una prova di conoscerlo bene: egli l'ha visto quando era sotto il fico cioé mentre medita o insegna la Scrittura. Natanaele, dunque, è un uomo applicato allo studio della Scrittura che cerca e attende la venuta del Messia. Anche mentre ascoltava la spiegazione delle Scritture, era accompagnato e sostenuto dallo sguardo amoroso di Dio. Natanaele, toccato nell'intimo del suo cuore per la conoscenza che Gesù ha di lui, riconosce in Gesù il Messia e quindi esclama: "Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele". La fede di Natanaele è espressione di chi vuole continuare ad uscire dal proprio "territorio" ed andare oltre. Con la sua fede nel Messia, Natanaele è già disposto ad un'ulteriore rivelazione di Gesù, che gli dice: "Vedrai cose maggiori di queste!".
La Parola ha un suo "movimento". Gesù parla di una rivelazione continua del Padre, di un movimento di salita e discesa degli angeli, riportando alla mente "la scala di Giacobbe" (cfr. Gen 28,12). Il salire e scendere è un richiamo alla realtà umana e divina di Gesù. Egli, pur essendo tra gli uomini, è in comunione col Padre, è il "luogo" dove si manifesta il Padre, è la "casa di Dio", è la "porta del cielo"(cfr. Gen 28,17). Gesù è la rivelazione del Padre, è il punto di unione tra cielo e terra, è il mediatore tra Dio e gli uomini, è la nuova scala di Giacobbe di cui Dio si serve per dialogare con ciascuno di noi. Tutti in Gesù abbiamo quel luogo teologico per fare esperienza di Dio che salva. La piena e definitiva rivelazione di Dio si avrà solo in Gesù risorto e seduto alla destra del Padre nei cieli, dove salgono e scendono gli angeli di Dio.
In Natanaele possiamo cogliere in quest'anno che celebriamo il sinodo sulla Parola di Dio un modello di chi si lascia trsformare dalla Parola. Natanaele è stato trasformato dall'incontro con Gesù perché in lui non c'è falsità; si è accostato a Gesù con cuore sincero e semplice.
Preghiamo perché la nostra vita sia trasformata dalla Parola di Dio.