venerdì 5 settembre 2008

IL "SABATO" DI DIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!




Il brano evangelico di questo primo sabato del mese ci richiama al "sabato di Dio" (vedi Lc 6, 1-5). "Sabato": il grande giorno del "riposo" di Dio, che conclude la creazione ed anticipa i tempi escatologici, quando tutto sarà ricapitolato in Cristo (Ef 1,10) e ricondotto al Padre. Quindi il sabato di Dio è il giorno della pienezza, a cui l'uomo, "immagine di Dio", è chiamato a partecipare. Il sabato di Dio è il segno di libertà. Una libertà già donata all'alba dei tempi e ridonata al Sinai, quando Israele, sottratto alla schiavitù dell'Egitto, viene da Dio introdotto in un rapporto segnato non più dalla paura servile, bensì dall'amore sponsale. Purtroppo oggi assistiamo ad un giocarci questa libertà. Basta vedere il moltiplicare le norme, irrigidirle, farne dei ceppi che impediscono il passo. Il sabato cessa così di essere il giorno della libertà e della signoria dell'uomo che si espande nel gioioso riconoscimento e incontro con il suo Signore, per traformarsi nel giorno dell'osservanza scrupolosa e gretta, dominata dalla paura della trasgressione. È contro questo svilimento dell'uomo che si leva la voce di Gesù. Lui, il Figlio il Primogenito di una moltitudine di figli a Dio riconquistati dal suo sangue, richiama alla signoria che ci è stata partecipata. Tutto ciò che ci è stato insegnato a partire dai dieci comandamenti va rivisitato con più vigore. Le "dieci parole" (decalogo o comandamenti) vanno accolte per quello che sono: "Parole di libertà" tese a sottrarci alla tirannia degli idoli di turno (il tempo vola in maniera frenetica cambiando i suoi idoli!). Parole sgorgate dall'Amore di Dio per una vita di "qualità". Parole che non trovano risposta adeguata che nell'amore.
Fermiamoci veramente per capire e verificare la qualità del rapporto che abbiamo con Dio. È un rapporto filiale o servile? Il "come" vivo la domenica il "perché" vado a Messa sono la cartina al tornasole che possono aiutarmi in questo discernimento.
Preghiamo così: Donami, Signore, di espandermi nella "libertà dei figli di Dio", vivendo la domenica quale momento forte del mio abituale incontro con te, e assumendo l'impegno cristiano non come un onere, ma come la possibilità di realizzare ed esprimere in pienezza il mio essere tua "immagine".