giovedì 6 novembre 2008

ABILI PER IL REGNO DI DIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo di oggi presenta una parabola che riguarda l’amministrazione dei beni (vedi Lc 16,1-8). E' una Parabola sconcertante, tanto è vero che è chiamata La parabola dell’amministratore disonesto e la descrive solo l'evangelista Luca.
Questa parabola, ha sempre suscitato perplessità: com’è possibile che il Vangelo presenti un uomo disonesto quale modello da cui imparare? Dobbiamo, innanzitutto, tenere presente l’ambiente palestinese e i suoi costumi. I grandi proprietari terrieri, per lo più stranieri, avevano alle proprie dipendenze degli amministratori locali, ai quali lasciavano grande libertà e piena responsabilità: loro compito era di realizzare per il padrone il profitto pattuito, ma, una volta assicurato questo profitto, avevano anche la possibilità (maggiorando il prezzo) di realizzare guadagni personali.
Il racconto evangelico riporta due soli esempi della manovra di copertura messa in atto dall’amministratore: quella a favore del grossista che ha comperato 100 misure di olio e quella a favore del mercante che ha comperato 100 misure di grano.In concreto l’amministratore, che tiene tra le sue carte i contratti dei debitori, condona o abbuona circa il 50% al primo e il 20% al secondo debitore. Così facendo si procura amici che lo aiuteranno nella difficoltà, perché lui ha rinunciato alla propria parte di profitto, senza danneggiare il padrone. Ecco, il vero centro della parabola è racchiuso nella constatazione che "i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce". Ebbene, il cristiano non dovrebbe essere altrettanto pronto, scaltro e risoluto nell’assicurarsi nel tempo presente il Regno di Dio? E possiamo comprendere perché il padrone dell’azienda - Gesù - abbia parole di elogio per l’abile manovra del suo dipendente, il quale resta comunque un truffatore per il suo modo di approfittarsi.
In conclusione Gesù invita i discepoli a impegnarsi nel mondo sociale ed economico, ma con criteri opposti a quelli del sistema del peccato, al quale si ispira l’amministratore disonesto. Essi devono servirsi del "capitale", che è comunque e sempre iniquo, in quanto frutto di accumulo e fonte di falsa fiducia, per creare una solidarietà che va oltre la sfera e gli interessi mondani. In altre parole devono aiutare i poveri, i quali così diventano loro amici e clienti presso Dio. E’ questa la decisione saggia e coraggiosa che deve distinguere i discepoli: garantirsi il futuro vero finché ne hanno la possibilità, ma con criteri alternativi rispetto a quelli del sistema mondano. Preghiamo così: Signore, insegnami la sapienza e dammi il coraggio di osare per il tuo Regno di Luce.