martedì 25 novembre 2008

TESTIMONI AUTENTICI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il testo evangelico odierno usa il tipico linguaggio apocalittico della Scrittura per descrivere gli "ultimi tempi" (vedi Lc 21,12-19). Leggendo, comunque, questa pagina del Vangelo viene in mente quanto continua ad accadere anche all'inizio di questo secolo: tragedie, guerre, genocidi, violenze incredibili, fame. E continuano ad essere uccisi i testimoni del Vangelo. Il numero dei martiri, di ogni confessione cristiana, ma anche di altre religioni, avutosi nel Novecento continua ad aumentare. Gesù aveva detto: "Il discepolo non è da più del Maestro. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". Quante volte abbiamo sentito questa espressione, ma chissà quante vole l'abbiamo presa con leggerezza, sorvolandola, quasi si trattasse di un linguaggio comune, un modo di dire. Ma il cristiano non può vivere comodo o comodamente e per questo non può non dar fastidio. La sua vita, se riprende i tratti di Gesù e del vangelo, prima o poi mette in crisi, disturba. E allora si tenta di soffocarne la voce. Non è stato così anche per Gesù? Eppure proprio la croce è diventata un trono, una cattedra: "Quando mi avranno elevato da terra attrarrò tutti a me" (Gv 12.32); "Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto" (Gv 19.37).
La fede cristiana, carissimi, non si riduce a una dottrina o a delle devozioni, ma è adesione a una Persona da cui ci si scopre amati fino al segno supremo del dono della vita. È una relazione d'amore che viene a instaurarsi. E' un "Gridare il Vangelo con tutta la propria vita è cercare di amare come lui ha amato, di vivere lo spirito delle beatitudini nella povertà, nella mitezza, nella sete di giustizia, nella misericordia, nella purezza del cuore, nella pace, nella gioia di soffrire la persecuzione per amore di Cristo" (Piccola Sorella Magdeleine di Gesù). E' una relazione all'insegna della totalità e quindi di un dono che non esclude neppure il "martirio".
Ripensiamo allora, carissimi, perché crediamo: solo per sentici coccolati? solo per essere attaccati ad una corona del rosario? ... La Parola ci richiama al dovere primario della testimonianza quale convalida della nostra fede.
Chiediamo allo Spirito Santo che ci renda capaci. Preghiamo così: Spirito di fortezza e di amore, rendimi testimone autentico del Vangelo, anche là dove la testimonianza richiede di pagare di persona.