lunedì 26 gennaio 2009

CHI SONO MIA MADRE E I MIEI FRATELLI?

(immagine: fonte: ritaglio da Sussidio per "lectio divina" a cura di p. Bruno Secondin, O.Carm.)




Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



La Parola carissimi ci raduna attorno a sè come fa un padre con i figli che ama (vedi Mc 3,31-35). Lo stare seduti attorno a lui richiama a quella posizione tranquilla e attenta del discepolo, che, come Maria, ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta (Lc 10,39.42).
Ma il brano riporta per noi il problema del discernimento: "Chi sono mia madre e i miei fratelli?". Una domanda che ci porta a riflettere, a sostare, ad entrare dentro di noi per capire se siamo con Gesù o contro Gesù. Siamo veramenti suoi o estranei a Lui, siamo dentro o fuori, ascoltiamo la sua chiamata o lo mandiamo a chiamre, lo seguiamo o vogliamo che si segua, ci lasciamo acchiappare o lo vogliamo acchiappare, accettiamo il suo perdono o lo rifiutiamo, ascoltiamo lo Spirito o lo bestemmiamo? Sono interrogativi che ci appartengono, che fanno parte del cammino della salvezza, nutrimento per l'anima.
Al v. 20 dello stesso capitolo, Marco dice che non potevano mangiare pane e termina con le parole di Gesù riguardo chi gli sta seduto intorno per ascoltarlo. Gesù mostra il vero cibo dell'umanità: la parola che esce dalla bocca di Dio (Dt 8.3), che a sua volta, esprime la volontà di Dio. Questa è pienamente compiuta da chi si stringe attorno a Lui per ascoltarlo.
In Cristo, afferma san Paolo - questo ascolto e questa adesione alla volontà del Padre sono stati perfetti: la volontà di salvezza, di spalancare le porte perché l'uomo potesse ritornare a lui, in Cristo sono divenuti realtà. Il Verbo incarnato, vero uomo e vero Dio, è divenuto la via per conoscere il Padre.
In questo brano, Gesù stabilisce chi sono i veri parenti di Gesù secondo lo Spirito. questi sono quelli che lo ascoltano (vv. 33-35). E nel capitolo successivo troveremo la l'efficacia della Parola, vero seme da cui crescono i figli di Dio.
Ma come fare perché la nostra volontà si apra alla volontà del Padre? Torniamo carissimo a stare attorno alla Parola, ad ascoltarla, quale via per conoscere la volontà di Dio, magari attraverso un piccolo esercizio: leggere, alla sera, il Vangelo del giorno dopo cercando di cogliere la frase o la parola che in quel momento tocca più il cuore. Il mattino dopo, appena alzati, è bene rileggere quello stesso brano e soffermarsi su quella frase o su quella parola scelta la sera prima, ripetendola lentamente, in modo che scenda in fondo al cuore. Durante il giorno, poi, nel corso delle varie attività, la sfida è richiamare quella frase o quella parola del Vangelo: inizialmente, questo "ricordare" non viene molto spontaneo, ma, se si persevera in questo esercizio, si scopre che, piano, quella Parola che si richiama nel cuore comincia ad orientare le proprie scelte, a dare un senso alle proprie azioni, facendo di noi "familiari" del Signore Gesù.
Fermiamoci in preghiera. Prendiamo in considerazione il nostro atteggiamento nei riguardi della Parola. Quanto essa incide sulla mia vita?
Preghiamo così: Ti ringrazio, Signore, per il dono della tua Parola. Concedimi non solo di nutrirmene quotidianamente, ma soprattutto di uniformare ad essa il mio vivere.