mercoledì 21 gennaio 2009

GESU' E' IL FIGLIO DI DIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


I versetti del vangelo di oggi (vedi Mc 3,7-12) sono un un sommario redazionale composto dall'evangelista: lo stile e il vocabolario sono suoi. Introducendo nel racconto questa breve descrizione dell'attività di Gesù, Mc. vuole indicarci che inizia una nuova sezione. Il tema fondamentale è sempre lo stesso, ma più approfondito e specificato: Gesù continua a manifestarsi mediante le parole e le opere, e la sua rivelazione suscita comportamenti differenti. C'è la reazione della folla, la reazione dei discepoli e dei dodici, la reazione dei parenti e degli scribi.
Poco prima, in Mc 2,1 a 3,6, si è parlato solo di conflitti, incluso il conflitto di vita e morte tra Gesù e le autorità civili e religiose della Galilea (Mc 3,1-6). E qui nel riassunto, appare il contrario: un movimento popolare immenso, più grande del movimento di Giovanni Battista, poiché la gente viene non solo dalla Galilea, ma anche dalla Giudea, da Gerusalemme, dall’Idumea, dalla Transgiordania, e perfino dalla regione pagana di Tiro e Sidone per incontrarsi con Gesù! (Mc 3,7-12). In queste poche parole, in queste città che Marco sottolinea abbiamo una universalità di Gesù: tutti vogliono vederlo e toccarlo. Infatti, le località nominate sono sette, un numero che indica completezza, totalità. Tutti accorrono a Cristo per formare la sua Chiesa. Egli non ha raggiunto il successo mediante la brama di avere, di potere e di apparire, origine di ogni male, ma ha vinto tutto questo proprio con il suo insuccesso, con la povertà, con il servizio e l'umiltà di chi ama. É il modo di essere di Dio. É tanta la gente, che Gesù stesso rimane preoccupato. Corre il pericolo di essere schiacciato dalla moltitudine. Le folle sono spesso tra i protagonisti del Vangelo. Gesù, in qualunque città o regione si rechi, è sempre circondato da folle che si stringono attorno a lui. In tanti accorrono da tutte le regioni, come questo brano ricorda. E sono anche invadenti, al punto da costringere Gesù a salire su una barca per non essere schiacciato. Tutti gli si buttano addosso per toccarlo, come per scaricare su di lui il loro dolore e le loro speranze. Sanno bene di trovare un uomo buono e compassionevole che mai li respingerà. E dalla barca parlava alla moltitudine. Erano soprattutto gli esclusi e gli emarginati che venivano da lui con i loro mali: i malati e gli indemoniati. Costoro, che non erano accolti nella convivenza sociale della società del tempo, sono accolti da Gesù. Ecco il contrasto: da un lato i capi religiosi e civili decidono di mettere a morte Gesù (Mc 3,6); dall’altro, un movimento popolare immenso che cerca in Gesù la salvezza. Chi vincerà?
In questi versetti Gesù è presentato come il centro di un ampio movimento di gente che cerca e trova in lui la possibilità di guarire. L'uomo è malato e il pellegrinaggio verso Gesù nasce da questo bisogno di salvezza. La fede infatti, non è solo sapere chi è Gesù. Anche i demoni lo sanno, meglio e prima di noi. Come scrive s. Giacomo: "Credono, ma tremano" (2,19). Credere è prima di tutto fare esperienza di Gesù che mi ha amato e ha dato se stesso per me (cfr Gal 2,20). Una fede ideologica, che tutto conosce, ma non fa esperienza dell'amore di Dio, è un anticipo dell'inferno. E' la pena del dannato che conosce il bene, ma non lo possiede.
Nella nostra preghiera personale, chiediamo al Signore di donarci la capacità di cercarlo nel quotidiano della vita e di trovarlo nelle persone che soffrono. Questa è la nostra invocazione:
Vorrei toccare almeno il lembo del tuo mantello, Signore, come ha fatto la donna malata, in mezzo alla folla. So che da te emana una potenza sanatrice che può riscattarmi dalle mie colpe, dalla pigrizia nel seguirti, dalla poca fiducia che tu mi possa guarire.

Preghiamo anche per l'unità dei cristiani, usando la seguente preghiera:

O Signore, aiutaci a riconoscere la discriminazione
e l’emarginazione che reca danno alla società;
dirigi il nostro sguardo e aiutaci a riconoscere i nostri pregiudizi.
Insegnaci a bandire ogni disprezzo
e a gustare la gioia di vivere insieme in unità. Amen.