mercoledì 25 marzo 2009

IN COSA CREDO?

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


La Parola di oggi (vedi Gv 5.31-47) ci provoca in profondità, ci chiama a dare la nostra risposta a una domanda che ormai, avvicinandosi la festa di Pasqua, non possiamo più eludere: "Credo che Gesù sia il Figlio di Dio?".
Giovanni concepisce il suo vangelo come un lungo processo tra luce e tenebre e, nell'ennesima discussione di oggi, Gesù afferma due scomode verità. La prima è che l'esperienza di Israele porta verso di lui, che davvero egli è il compimento delle attese e delle promesse ad Israele.
La seconda verità ci è ancora più scomoda: Gesù dice che non può venire riconosciuto da coloro che prendono gloria gli uni dagli altri.
Gesù non chiede un'accoglienza irrazionale: anzi, sottolinea le motivazioni, le prove che dovrebbero condurre i giudei alla comprensione del suo mistero. La voce di Giovanni Battista, quella del Padre – che gli rende testimonianza anche, attraverso le opere che Gesù compie – e quella delle Scritture. I giudei, però, che si accostano alla Parola di Dio con cuore non sincero, non aperto alla Grazia, non riescono a leggere in esse la testimonianza di Gesù. E tanta è la confusione e la divisione che regna nel loro cuore, che sarebbero pronti ad accogliere, invece, un falso profeta.
Oggi la parola testimonianza ha un significato più limitato di un tempo. Per noi oggi la testimonianza è legata alla legge, al tribunale, al giudizio... Però se pensiamo bene, tutta la nostra vita si basa sulla testimonianza di altri. Il bambino è continuamente testimone di ciò che fanno i genitori e opera di conseguenza. Il futuro è testimone di ciò che il passato ha compiuto nella storia e questo processo ci vede continuamente testimoni gli uni degli altri. Non per nulla diceva Paolo VI: "Il mondo oggi ha più bisogno di testimoni che di maestri", la testimonianza ha un valore pedagogico molto grande, è senza dubbio il più grande insegnamento.
Il testimone è, come dice Giovanni nella sua prima lettera, colui che ha "visto, toccato, contemplato". E' importante allora fare esperienza dell'amore di Dio, esperienza di bene, esperienza di pace, esperienza di fraternità, di giustizia per testimoniare come dice il Vangelo di oggi che il Padre ci ha inviato: "Le opere che il padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha inviato."
Il tempo di Quaresima insiste anche sul dovere di essere adulti nella fede, di capire con coerenza i testi sacri; la vita di Gesù era un programma e una testimonianza resa alla verità e alla continuità dell'Alleanza tra Dio e noi. Come cristiani dobbiamo essere testimoni, come il Figlio dell'amore del Padre. E' lui che ci chiama, che ci invia nel mondo per essere testimoni del suo amore.
Preghiamo così:
Rendimi, Signore, autentico testimone del tuo amore!