sabato 28 marzo 2009

V DOMENICA DI QUARESIMA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


La liturgia di questa domenica ci introduce nel mistero dell'ora di Gesù. Alcuni greci venuti a Gerusalemme "per adorare" manifestano il loro desiderio di vedere Gesù.
Ma questo vedere è desiderio di fondo attualizzabile nella misura in cui, ognuno vivrà la stessa ora di Gesù.
“E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo”. Gesù, con queste parole, rivela un Dio che mostra la sua potenza e la sua gloria non nelle raffinatezze intellettuali o nelle opere sovrannaturali dirompenti ed eclatanti, ma semplicemente nella sua morte; come dirà poi Paolo: “E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio”(1 Cor 1,22-24). Gesù insomma presenta in se stesso un Dio del tutto diverso da quello che i pagani e i miscredenti o altre religioni potrebbero aspettarsi, perché si tratta di un Dio che salva non nell’irruzione, ma nel nascondimento; non in quello che comunemente viene da noi definito sapienza e persuasione, ma al contrario in ciò che per l’uomo comune suona strano e assurdo, come appunto il fatto di un Dio che si lascia uccidere e crocifiggere. Ma questo non basta che io ve lo scriva, lo sappiamo già anche dalla realtà.
"Vogliamo vedere Gesù". Dove e come vederlo? Quante volte sento dire o leggo online: "Dio deve amare solo i buoni", quando poi Lui stesso ha detto a tutti noi, non sono venuto per i buoni, ma per i peccatori. Quando ha detto che non fa nessuna distinzione, nè di razza, nè di popolo, nè di lingua, etc. La logica di Dio, non è la nostra. Gesù possiamo vederlo nei solchi di terra dove è caduto come un chicco di grano, là lo possiamo incontrare. Dove ci sembra che proprio non ci sia, dove la vita si perde e il turbamento sale alle stelle, in ogni gemito di esistenza si delineano i tratti del Cristo Signore.
Questa carissimi è anche la nostra ora da vivere con Cristo e condividerla con Lui. E chi segue il Cristo, questo lo sa e fa come Lui ha fatto.
Questa “ora” di Gesù pertanto è quella che ci appartiene e che non possiamo non considerare come la nostra, in essa avviene che il “chicco di grano” Gesù Cristo, che ha accettato di farsi meschino e di annullarsi per noi, muoia e si annienti del tutto proprio come il piccolo elemento del frumento che si perde nell’oscurità della terra al fine di portare frutto indefinito e incalcolabile: alla pari del chicco di grano che morendo arriva a sfamare una moltitudine di uomini appunto perché nel morire si è moltiplicato, così Gesù morendo apporterà il frutto molteplice della nostra salvezza e fonderà le motivazioni della nostra gioia rendendosi nostro alimento di vita anche come effettivo pane disceso dal cielo.

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