mercoledì 22 aprile 2009

Giovedì della II settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


"Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa". In questi giorni stiamo ascoltando questo grande amore del padre per tutti noi. Quest'oggi con l'evangelista Giovanni ne ascoltiamo un particolare (vedi Gv 3,31-36). Ci troviamo ancora dentro il colloquio tra Gesù e Nicodemo.
In questo brano breve, ma densissimo di significato, Gesù professa una superiorità dell'essere divino sull'umano. Lui che viene dal Padre ha visto e udito ciò che compie il Padre e affida anche a noi il compito di trasmettere questa testimonianza.
Immagino già le facce e i timori in quest'affidamento... ma è un fatto vecchio, anzi è riportato dal vangelo stesso che, nei confronti della nostra fede ci dice: "Eppure nessuno accetta la sua testimonianza", un modo diverso per dire quanto è difficile credere, sopratutto quando vediamo un libero e disinteressato amore per l'umanità in rovina ha indotto il Padre a immolare il suo amatissimo Figlio.
Certo umanamente parlando la rivelazione che Gesù fa del Padre è difficile da accettare, però chi l'accetta, e per fortuna qualcuno c'è, certifica che Dio è veritiero, cioè proclama con la sua parola e la sua vita, che Dio c'è, esiste, opera, vive.
La sua venuta è un atto d'amore; l'amore l'ha ispirata, un amore che tende alla vita. Da lui è annunziata la parola di Dio ed è elargito lo Spirito Santo.
Colui che Dio ha mandato, cioè il Cristo, dice le parole di Dio, parla in nome del Padre, perché tutto ciò che il padre ha rivelato al Figlio, il Figlio lo rivela al discepolo. La passione è la massima rivelazione d'amore; è la massima effusione di Dio stesso. Chi mediante la fede vi si immerge, ottiene la vita eterna. Come? Per mezzo dello Spirito che il Siglio dona senza misura. E qui Dio sorpassa sè stesso: non dà lo Spirito secondo i meriti, un po' per volta, centellinando il dono, ma lo dà senza misura, in modo sovrabbondante, gratuitamente...
Non temiamo allora. Non mettiamoci quella tuta di amianto che respinge il calore e il fuoco di Dio, ma invochiamo quello Spirito che "fuori misura" ci è dato.
Preghiamo così: Mio Signore crocifisso e risorto, rendimi consapevole, sempre più consapevole che sono incredibilmente ricco. Non permettere ch'io mi chiuda in una religiosità fatta di calcoli paure e aridi sforzi. Spalanca il mio cuore all'irruzione del tuo Spirito e, in Lui, la tua Parola m'illumini, mi plasmi, mi colmi d'amore da donare a tutti.