martedì 7 aprile 2009

MERCOLEDI' DELLA SETTIMANA SANTA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il Mercoledì Santo la Chiesa ci invita a riflettere sulla storia di Giuda Iscariota, un discepolo di Gesù che è stato con Lui, che ha ascoltato la Sua Parola, che ha visto le opere da Lui compiute e che comunque sceglie di tradirlo (vedi Mt 26,14-25). Giuda cova nel suo cuore il tradimento già da molto prima del suo metterlo in atto.
Con questa celebrazione che chiude il tempo di quaresima e ci apre al triduo pasquale, la Chiesa ci fa ricordare in questo giorno il tradimento di Giuda e dobbiamo stare bene attenti a non cadere in facili accuse. C'è una lontananza della nostra vita dal Signore che costituisce il terreno sul quale affonda le radici il tradimento e la diffidenza.
Ma tra l'amore che perdona e il peccato che uccide sembra esserci un connubio. Questa è però la nostra storia più vera, la storia dell'umanità e la storia di ogni uomo, che ama, è amato, rinnega l'amore e poi diventa anche traditore. Anche se ci ripugna, dobbiamo ammettere che Giuda non è poi tanto lontano e diverso da noi. La Parola è sempre per noi, per l'oggi; la figura di Giuda, che tradisce il Maestro, che con ipocrisia continua a stare con Lui e con gli altri discepoli, deve servirci perciò da specchio, per verificare qual è il nostro posto nella Chiesa, come procede la nostra vita al seguito di Cristo.
Capita anche ai prediletti di rinnegare l'amore, di vendere Cristo per poche briciole di presunta felicità e il tradimento degli amati è sempre il più doloroso. E' facile, vuol dirci il Signore, sentirsi nel giusto e intanto fare spazio al male, cooperare con suo agire, ritenersi vicini e costruire intanto baratri di incomprensione e freddezza.
Si rinnova anche per noi quel breve dialogo tra Giuda e Gesù. Il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto». Con queste parole si sta per consumarsi il tradimento e il sacrificio: siamo tentati di pensare che possa essere Cristo a soccombere, ma fra breve ci sarà dato di scoprire l'eterna verità: Cristo risorge glorioso e trionfante, Giuda lo vedremo impiccato ad un albero, ma non è l'albero della croce... in quello salirà Gesù.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La parola del Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre orecchie, affinché possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che celebrano con lui la Pasqua, come membra vive della sua Chiesa.
Nella preghiera, lasciamo che quei trenta denari ci brucino tra le mani. È il prezzo del nostro accomodarci nella mediocrità e nel compromesso. Sentiremo però, come nel Getsemani quel dolce richiamo: “amico!” che ci risuona dentro. Possiamo allora pregare così:
Grazie, Gesù, perché continui ad offrirmi la tua amicizia, a chiamarmi amico, dandomi la possibilità di riprendere la strada dell’amore e dell’intimità con te.