domenica 10 maggio 2009

Lunedì della V settimana di Pasqua

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In questi giorni, la Parola di Dio è concentrata in raccomandazioni e in particolare tra il tipo di rapporto da instaurare con Gesù, Maestro e Signore. Il brano evangelico apre delle prospettive sull'esistenza terrena dei discepoli di Gesù: essa si distingue per una relazione che si fonda sull'amore per il Maestro e che si esprime nell'osservanza dei comandamenti.
Nel Vangelo di oggi (vedi Gv 14,21-26), Gesù ripete questo concetto almeno tre volte: se uno lo ama, osserverà la sua parola, le sue parole e i suoi comandamenti. Nel linguaggio giovanneo il verbo dimorare è frequentissimo e molto spesso cammina a braccetto con il verbo amare, quasi a voler dire: il vangelo non è un discorso da comprendere ma un percorso da seguire, un esperienza da fare, un incontro personale con Dio, che suscita la fede e chiede una totale adesione del cuore. Non a caso, i primi due discepoli che incontrano Gesù gli domandano: Maestro, dove dimori?". E' il dono dell'intimità che il Signore vuol fare ai suoi discepoli è espresso, prima, nei termini della conoscenza e, poi, in quelli della dimora.
Al discepolo che gli si rivolge nella fede e nell'amore, Gesù si manifesterà intimamente. Solo chi ama conosce l'Amore da cui è amato. Senza amore per Gesù, non può esserci conoscenza né di lui, né del Padre, né dello Spirito: «Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,8). I discepoli che lo amano e che, pertanto, sono amati dal Padre, avranno una conoscenza sempre più profonda di Gesù, che comincia ora e che culminerà nella vita eterna. Il mondo, invece, non può avere questa conoscenza, perché non ama Gesù e, quindi, non conosce la parola sua e del Padre. E questo lo si vive bene, non per conosce spirituali acquisite, ma per la forza dello Spirito Santo che ci viene dato in dono dal Padre.
Nel discepolo che ama e che custodisce la parola, il Padre e Gesù verranno e prenderanno dimora. L'uomo che ha ricevuto lo Spirito Santo diviene dimora di Dio: il suo corpo e la sua anima sono stati consacrati mediante il battesimo. Perciò san Paolo scrive ai cristiani: «non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1Cor 3,16). Perciò san Paolo ammonisce i fedeli a conservare la purezza del cuore e del corpo, affinché siano degna dimora di Dio.
Oggi, proviamo ad assaporare quell'intimità con Gesù e con Lui uniamoci al Padre e allo Spirito Santo e preghiamo così:
Mio Dio, tu mi chiami ad osservare i tuoi comandamenti perché aprano in me gli spazi profondi dello stare con te. Aiutami, dunque, a mettere in pratica quello che mi dici; aiutami perché il mio volere concordi col tuo e io viva con te, nel profondo me, nell'amore.