domenica 28 giugno 2009

SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Celebriamo la solennità dei Santi Pietro e Paolo, i dua grandi principi della Chiesa. Pietro e Paolo li vediamo raffigurati insieme fin dalle catacombe, e l'antico inno della festa canta: "O Roma felice, consacrata dal sangue di così grandi principi! Per i loro meriti, non per la tua gloria, tu superi in bellezza il mondo intero...".
Pietro fu il primo Papa, il garante della continuità e della fedeltà della chiesa al messaggio di Gesù. Paolo fu l'annunciatore, il predicatore, colui che portò in tutto il mondo del tempo la notizia: "Lui è vivo, Lui è la Vita, solo Lui ti farà vivo". Negli Atti troviamo più volte questi due grandi personaggi che s'incontrano, a volte in modo cordiale, a volte scontrandosi. Paolo stesso si scontrò apertamente con Pietro (Gal 2,11-12). Vengono associati perché morirono nello stesso tempo: Paolo nel 67 d.C. fu decapitato a Roma presso la località Tre Fontane, mentre Pietro fu crocefisso, sempre a Roma, con la testa all'ingiù sul Colle Vaticano. In loro troviamo una umanità vigorosa messa a disposizione grazie all'azione dello Spirito Santo.

Il Vangelo ci presenta la professione di Pietro (vedi Mt 16,13-19). Dopo un bel po della sua vita, Gesù pose ai suoi discepoli una domanda particolare, domanda che vale ancora ai nostri giorni: "Ma chi sono io per voi?". Quante cose possiamo chiederci su Gesù. Possiamo prendere il catechismo della Chiesa Cattolica. Possiamo ascoltare esperti e sacerdoti che parlano di Lui. Possiamo tendere l'orecchio in giro per capire cosa dice la gente. Ma quello che dice il Vangelo oggi non corrisponde ad uno studio, ad una giustificazione per via della nostra ignoranza.
Oggi Gesù dice a me, a te e a tutti: "Tu, quanto vuoi lasciarti coinvolgere da me?". E' una domanda che non vuole tanto una risposta "Tu sei Giovanni Battista, Elia, Geremia, un profeta", delle risposte teologiche, da catechismo, giuste e corrette; vuole una scelta.Vuole che io mi lasci coinvolgere, contagiare: "Tu sei il Figlio di Dio, quello Vivente". Cioè: "Tu sei colui che dà vita, senso, significato, pienezza, unità alla mia vita. Senza di te nulla ha senso. Tu sei ciò che mi rende vivo. Sono morto senza di te".In queste parole troviamo l'amore firmato di Dio.Gesù non chiede a nessuno: "Cosa sai di me? Sai i sette vizi capitali? E le opere di misericordia corporale?". Ma: "Vuoi sposarmi? Vuoi stare con me? Ti va di seguirmi? Ti va di mettere in gioco tutto insieme a me?".

Nel Vangelo troviamo la risposta di Pietro. Questa risposta non è frutto di "carne e di sangue, cioè frutto di ragionamenti, di elucubrazioni mentali, dell'aver studiato molto o dall'aver fatto molto incontri. Questa risposta è il frutto di un uomo che ha scelto, che si è messo in gioco: Pietro, per Gesù, lasciò le sue reti, la sua casa, sua moglie, la sua famiglia e si fidò. Questo succede anche nella vita di coppia, ma tanti qui possono essere i ragionamenti umani (carne e sangue) veri e reali. Ma le grandi scelte non sono logiche. Sono contro la logica: si pongono su di un altro piano, sul piano del cuore, della passione e dell'amore.
Carissimi il discorso risulta lungo a farsi ma in concreto: quanti di noi temono incontri profondi con Dio. E' più facile "dare qualcosa" a Dio: dire una preghierina, un'offerta, un gesto, una buona azione. Ma darsi (cioè dare tutta la propria vita) è un'altra cosa. Seguirlo... è ben altro!
Gesù dice: "Beato te Simone, perché il Padre mio, che sta nei cieli, te l'ha rivelato". La fede di Pietro non è il frutto di uno studio approfondito, sistematico, analitico. Queste risposte non si danno perché si è intelligenti; si danno perché si è entrati dentro al mistero.
Preghiamo perché la nostra vita sia plasmata dall'Amore di Dio e saper risponderGli con coraggio ogni giorno della nostra esistenza, come fu per Pietro e Paolo.


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