mercoledì 15 luglio 2009

Solennità della B. V. Maria del Monte Carmelo

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Celebriamo la solennità della beata Vergine Maria del Monte Carmelo. E' festa universale e in particolare nell'Ordine Carmelitano.
Per ogni Carmelitano, Maria è sempre presente nella propria vita, guidandolo e proteggendolo nel suo ossequio a Gesù Cristo. Quello che da secoli raccoglie e unisce i Carmelitani alla beata vergine Maria è lo scapolare.
Lo scapolare costituisce una parte della tunica tradizionale indossata dai frati. Portare addosso lo scapolare è un segno di consacrazione a Maria, la Madre di Dio, ed è un simbolo che invita a rivestire le virtù di Maria e ad accettare la sua protezione.
La parola di Dio di questa solenne liturgia ci richiama alla semplicità della vita umana con tutti i suoi limiti. Ma questa vita umana ha bisogno di essere alimentata dall'incontro con Dio, dall'ascolto della sua Parola perchè la vita rinasca, rifiorisca, rigeneri (la pioggia).
Maria è la donna dell'ascolto della Parola. Anch'Ella ha avuto il suo limite un limite che l'ha guidata fino al Calvario, ai piedi della Croce del Figlio.
La scena descritta da Gv 19,25-27 ci porta all'ora suprema in cui viene consumato il sacrificio della nostra salvezza. Tutto parla di dono: dono offerto e dono ricevuto. Donandosi al Padre nello Spirito Santo, Gesù dona sua Madre al discepolo: «Ecco la tua Madre». Queste parole sono la grande rivelazione che Cristo è il primogenito di molti fratelli: Cristo e il discepolo amato (ossia, la Chiesa) sono un solo essere vivente e, dunque, hanno una sola medesima Madre.
“Ecco la tua madre”, “Ecco tuo figlio”. In tre versetti la parola madre ricorre cinque volte: Maria non è solo chiamata ad essere la madre del Figlio unigenito del padre, ma la madre dei figli. L’orizzonte di Maria si allarga all’umanità intera; lei, la madre di Gesù diventa la “donna, la
nuova Eva, la madre di tutti i viventi”.
Maria ci è madre. Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater parla dell’analogia tra la maternità fisica e quella spirituale e afferma che come sul piano fisico una madre per quanti figli abbia il suo rapporto per ogni figlio è unico e irripetibile così è sul piano spirituale. Il rapporto tra Maria ed ognuno dei suoi figli, ognuno di noi, è sempre unico e irrepetibile. Non dobbiamo allora avere paura di vivere una devozione tenera verso Maria. Da parte sua Maria è sempre presente nella nostra vita.
Maria come Madre ci aiuta a dare alla nostra vita la forma di Gesù, come è stata la sua vita. Al carmelo questa forma la si attinge nella Parola di Dio, sorgente dell'identità carmelitana.
Il vangelo dice che Maria stava ritta in piedi presso la croce, il capo di Maria era all'altezza del capo reclinato di Gesù. I loro sguardi si incontravano. Quando Gesù le disse: “Donna, ecco tuo figlio”, guardava verso di lei e per questo non sentì il bisogno di chiamarla per nome, per individuarla tra le altre donne.
Lo stare di Maria con il Crocifisso, nell’ora della morte, suppone l’ora dell’Annunciazione: l’“Eccomi” di Nazareth ha la sua massima estensione sotto la croce.
Maria ai piedi della croce manifesta l’apertura incondizionata all’amore di Dio che rapisce tutta la vita, senza risparmiare nulla.
Nell'esperienza della Croce maria ci accompagna. Nella solitudine della sofferenza c’è una sola presenza capace di conforto e di speranza: quella di Maria e lo fa rivestendoci della veste più bella, le vesti del Figlio, lo Scapolare. Accanto ad ogni croce c’è dunque la Madre. Solo lei “sta”, per condividere, accompagnare, per aprire alla speranza e alla gioia.
Maria è lì per aiutarci a leggere nelle nostre croci la croce di Gesù, per associare le nostre croci alla croce di Gesù, perché anche il nostro dolore contribuisca alla salvezza del mondo.

Fiore del Carmelo
o vite in fiore,
splendor del cielo,
tu solamente
sei Vergine e Madre.
Madre dolcissima,
sempre illibata,
ai tuoi devoti
dà protezione,
stella del mare.

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