venerdì 28 agosto 2009

29 Agosto: Martirio di San Giovanni Battista

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Celebriamo oggi il martirio di San Giovanni Battista. Il Vangelo odierno ci dà la versione "religiosa" della morte del Battista (vedi Mc 6,17-29).
la parola di Dio di oggi ci descrive la vita del profeta, indica il destino del missionario, del testimone di Cristo. In greco, testimone si dice "martire".
San Marco inserisce il racconto di questo episodio , al cap. VI, in un preciso momento narrativo e fornisce quindi una chiave di lettura precisa. Troviamo il racconto della decapitazione di San Giovanni Battista, tra il mandato dei discepoli, e la descrizione dei miracoli da loro compiuti in nome di Cristo, ed il loro ritorno gioioso. L'intento dell'evangelista è duplice. Vi è, anzitutto, la consapevolezza che il martirio e la sofferenza sono nel mandato della chiesa. Le prime comunità che leggevano questo Vangelo, avevano ben presente la persecuzione che finisce nel martirio di sangue come realtà concreta da affrontare.
Dalla vita di san Giovanni Battista, lo sappiamo, ci sta il continuo annuncio alla conversione, a purificarsi dal proprio peccato. In questo brano ritorna il peccato, anzi riempie tutta la scena attraverso i tre personaggi: Erode, Salomè ed Erodiade, che con le loro azioni e le loro decisioni non sono liberi, ma condizionati da altri fattori: sottomessi al peccato.
A questi personaggi si contrappone nettamente la persona di San Giovanni Battista nella sua integrità. Egli sì, è in carcere ma dimostra una libertà interiore più forte. Conscio delle sue azioni non rinuncia a proclamare la verità, anche a costo della vita.
Il peccato rende schiavo l'uomo, la verità lo rende libero è l'insegnamento di Gesù che in San Giovanni trova la sua piena attuazione.
Inoltre, nella liturgia della Parola odierna sembra trovare contrasto tra la prima lettura, dove dice che Dio è presente durante la predicazione del suo profeta e con il Vangelo che sembra comportarsi all'opposto: non protegge il suo profeta.
Forse non vi dirà nulla, però in questo momento vedo la nostra vita tutte quelle volte che abbiamo una lamentela contro Dio: "perché Dio permette certe cose?" o parole simili.
Quando nella nostra vita vediamo che tutto fallisce, che intorno a noi le cose crollano, che la disperazione attanaglia tutto il nostro essere, sappiamo che quei frangenti non riusciamo a gestirli sono più grandi di noi, lì subito pensiamo a Dio che non ha cura di noi, a un Dio lontano da noi e addirittura ad abbandonare tutto dicento: "tanto Dio non esiste".
Il Battista alla fine muore a causa di una stupida danza. Ma non è la cosa importante, il profeta non muore per una banalità come quella accaduta nella sala dei banchetti di Erode, egli dona la vita per Dio e per testimoniare che al di là delle trame umane di morte c'è la vita di Dio che trionfa. Ed è questo dato che deve riempire il nostro cuore di speranza.
Dio, carissimi amici, in queste cose è più presente di quanto possiamo immaginare, quindi coraggio. Dobbiamo però riuscire a sperare, a dare senso al nostro soffrire e a quello di tanti nostri fratelli e sorelle sull'esempio di san Giovanni Battista.