sabato 22 agosto 2009

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Celebriamo la XXI domenica del tempo ordinario e fino ad oggi stiamo meditando il cap. 6 del Vangelo di Giovanni, ascoltando Gesù pane di vita. Un testo base per il nostro cammino di fede e di speranza.
Fare un cammino di fede non è così semplice come tanti credono. Quante volte ci siamo proposti di fare questo o quello. Ma poi non l’abbiamo fatto. Non ci sono scusanti: vuol dire che non lo volevamo, che non avevamo sufficienti motivi e ragioni profonde. Chi mi vuol seguire deve mangiare la mia carne, deve respirare della mia aria, deve fidarsi del Cielo, deve avere i piedi radicati in terra, deve sentirsi protetto e sicuro nella mani della vita, pur in mezzo a conflitti e difficoltà di ogni tipo e soprattutto deve vincere la paura, ogni paura.
Non è un “deve” che ci obbliga. E’ un “deve” che è una possibilità. L’importante è non prendersi in giro, non dirsi delle cose che non sono vere.
Al nostro modo di comportarci affiora tristezza nelle parole di Gesù: «Forse volete andarvene anche voi?».
Gesù come dicevo prima non obbliga ma da la possibilità. Infatti dice a ciascuno di noi: siete liberi, andate o restate, ma scegliete! Gesù non dice quello che devi fare, quello che devi essere, ma ti pone le domande che guariscono dentro: che cosa accade nel tuo cuore? cosa vive in te? Che cosa vuoi per davvero?
Penso che sia importante fermarsi per capire, come del resto è importante farsi una domanda, anche mille se è necessario ma non per soffocarsi ma per vivere meglio. Questo mondo, la nostra stessa esistenza, sono pieni di oscurità, di dubbi, di misteri, e più si indaga, più il buio sembra farsi fitto, perché mentre la scienza scopre sempre cose nuove, sulle ragioni di fondo della nostra vita le indagini, con le sole nostre forze, non approdano a nulla di convincente: proposte, inerpretazioni talora in contrasto tra loro, sempre opinabili e in ogni caso relative solo al buio in cui siamo immersi.
Pietro, come notiamo, prende la parola. Non la prende per se stesso, ma per tutti noi e ci è di esempio. Infatti, in questo versetto viene presentato come colui che ascolta, assimila la Parola di Dio e la riconosce per la vita eterna: «Tu solo hai parole di vita eterna».
Ora quel "tu solo" esclude tutto il nostro mondo di illusioni, di seduzioni. Nessun altro c’è al centro della speranza, a fondamento del cuore. Tu sei stato l’affare migliore della mia vita.
«Hai parole»: ciò significa che non solo le pronuncia, ma le ha. Queste parole, sono parole di vita, che la fanno rivivere e noi non possiamo fare altro che cogliere questa parola perché noi non viviamo di solo pane, ma di ciò che viene dalla bocca di Dio.
Facciamo in modo per riscoprire questa intimità con Gesù Parola. Invochiamo lo Spirito Santo perché ci aiuti in questo.

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