sabato 29 agosto 2009

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Ultima Domenica di fine agosto. Ancora in tanti posti si respira ancora l'aria delle vacanze, ma per molti è il rientro. Si ricomincia a ridare vita alla vita.
In queste domeniche abbiamo ascoltato il vangelo di Giovanni, con il segno della moltiplicazione e il lungo discorso sul pane della vita. Ora, l'evangelista Marco ci presenta Gesù in discussione con i farisei a proposito delle tradizioni circa la purità rituale.
L'estate lo sappiamo tutti: oscilla sempre tra tradizioni e trasgressioni, e sembra che la Parola di Dio oggi venga in nostro aiuto per scuoterci per ritornare al cuore della fede, per ritornare a vivere il nostro rapporto con Dio.
I farisei, famosi per l’osservanza scrupolosa della Torah e della Tradizione, sono antipatici a tutti, ma nessuno di noi si sente mai tra diloro. Eppure quante volte anche noi ci comportiamo come i farisei descritti nel Vangelo gloriandoci magari di fare lo sforzo della Messa festiva, di una processione del patrono o del santo di cui siamo devoti, magari lamentandoci se si fanno i fuochi oppure no. E magari ancora nel nome del Signore o dei santi avremo fatto tante altre belle cose, con il rischio di non aver incontrato Dio, ma di avere riempito le pance e svuotato i cuori, restando ciechi nella fede e continuando ad attaccare Dio, chiesa e clero.
I farisei avevano già attaccato Gesù più di una volta: quando l’avevano visto mangiare con i peccatori (2,15-17), quando si erano accorti che i discepoli di Gesù non digiunavano (2,18-22) e quando avevano visto gli stessi discepoli mangiare il grano di sabato e Gesù guarire un uomo nello stesso giorno (2,23-3,6).
Adesso nuovamente perché i discepoli non osservano le usanze giudaiche. L’uso giudaico di lavarsi le mani prima di mangiare non era fondato tanto su motivi igienici, quanto su quelli religiosi. Era un modo per stare "a posto con Dio".
Come al solito Gesù legge i nostri cuori sa cosa è bene per noi è cosa è male. Sa benissimo che anche questa volta è una questione di cuore e di interiorità, è solamente diventato questione di purezza di “mani” o di “labbra”. La purezza - dice Gesù - non è qualcosa esterna a noi. Non va confusa con la pulizia esteriore. Si può essere infatti perfettamente puliti, ma non puri. E ci si sporca così delle macchie più insopportabili: l’ipocrisia e la formalità.
Inizia allora un nuovo mese, con l’aria strana di settembre, le scuole, il lavoro, il ritmo quotidiano, gli incontri, gli imprevisti, gli amici, i nemici, le gioie, i dolori e tutto il resto della nostra vita non saranno elementi intralcianti un cammino di fede sereno, ma l’ambiente che Dio ha scelto per noi, per donarci se stesso, vero Pane di vita. Interroghiamo allora il nostro cuore, le nostre intenzioni, per non nasconderci dietro una maschera di circostanza. Il nostro cuore si purificherà se sapremo accogliere veramente Dio.

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