domenica 6 dicembre 2009

7 Dicembre Sant'Ambrogio

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il Vangelo odierno, nella festività di Sant'Ambrogio ci proietta verso il cammino di speranza e di consolazione (vedi vangelo del giorno).
Per vivere bene questo cammino, il tempo dell'avvento ci viene incontro come tempo del perdono, perdono generalizzato, volto di un Dio pieno di tenerezza e di bontà (non bonaccione!) che dona il suo perdono senza condizione, restituendo la giusta dignità alla persona paralizzata dal peccato.
Nel vangelo, infatti, troviamo concretizzata questa speranza nella figura del paralitico guarito, che si mette in piedi e fa ritorno verso casa portando sottobraccio il suo lettuccio.
C'è da chiedersi: quale tipo di schiavitù viviamo? Cosa ci paralizza? La prima vera schiavitù del popolo di Dio oggi è proprio la difficoltà a riconoscersi come popolo, è la sua dispersione in mezzo a mille attrattive e richiami che ne confondono l'orientamento nelle scelte della vita, ne infrangono l'unità e demoliscono la fiducia nei pastori. La cosa più pericolosa e drammatica per un cristiano è sentirsi solo.
La guarigione del paralitico ci dice chiaramente che come il peccato è la fonte e il principio di tutti i mali, il male primordiale, così il Perdono è l'atto primo della guarigione, della liberazione, dello "stare bene". E' questa la prima aspirazione dell'Avvento: poter sentirsi dire da Dio: ti sono perdonati i tuoi peccati.
La pace del Natale è la pace del perdono. Nei vangeli la parola "peccato" significa "fallire il bersaglio". Non possiamo ragionare così: Dio mi ha fatto come un'aquila e io mi accontento di fare il pollo, Dio mi ha creato come un capolavoro e a me sta bene fare la fotocopia.
No, carissimi amici, il peccato è male perché ci fa del male e Dio, che ci ha costruiti, sa cosa ci rende liberi e ci realizza e cosa invece ci distrugge, anche se all'apparenza ci affascina e promette grandi meraviglie... Ebbene Gesù ci restituisce dignità, ci libera e questo desta scalpore, suscita stupore anche se gli scribi e i farisei, al solito, contestano la cosa.
Riscopriamo il dono del perdono, riceviamo questa liberazione che ci restituisce la capacità di amare!
Preghiamo così: O Padre, che fai germogliare anche la terra arida, fà che, rinnovati profondamente dal tuo perdono, possiamo lodarti dinanzi agli uomini per la tua potenza e il tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore. Amen.