martedì 15 dicembre 2009

Mercoledì della III settimana di Avvento


Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Continua il cammino incontro al Messia che viene. Il vangelo odierno si apre con un interrogativo di Giovanni Battista, domanda di fondo per gli ebrei di quel tempo e gli uomini di ogni epoca della storia: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?" (vedi vangelo di oggi).
In questa domanda possiamo notare in Giovanni Battista una sete ansiosa di certezza. Giovanni non è completamente nel dubbio, ma vuole esaurire la sua sete.
Gesù rassicura Giovanni Battista e tutti noi. I segni, di cui parlavano le antiche profezie, e le opere che egli compie, manifestano in modo evidentissimo che il Regno di Dio si sta attuando, è già presente nella sua persona e nelle sue opere, si è calato ormai in modo definitivo nella storia del mondo. Come si concretizza questo regno di Dio? La risposta l'abbiamo nelle stesse parole di Gesù citando il profeta Isaia: «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
In queste parole ci sta la salvezza delle anime e dei corpi: la potenza di Dio che si mette a servizio dell'umanità. Ma per vivere bene questo non bisogna scandalizzarsi di Gesù.
Purtroppo oggi non sembra esauriente la risposta data da Gesù e quindi continua lo scandalo nei suoi confronti.
Però, ancora oggi sono questi i segni che manifestano la venuta del Messia e la vicinanza del regno di Dio. Servire i malati e i deboli, ridare la vista a chi non vede e la forza a chi non cammina, annunciare il Vangelo ai poveri, è la risposta più autentica e chiara alla domanda di salvezza che nasce dagli uomini.
Fermiamoci un attimo per capire se siamo nel dubbio o abbiamo sete di Lui e scoprire che il Signore è già presente.
Preghiamo così: Signore della gloria, educami, lungo i giorni di Avvento e poi sempre, ad avere un'idea grande di Te e a non banalizzare mai il mio rapporto con te, pur approfondendo e intensificando nel mio cuore tutta la fiducia e la confidenza.