mercoledì 6 gennaio 2010

Feria propria del 7 Gennaio

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Abbiamo appena celebrato la manifestazione di Gesù al mondo (Epifania) che già scorre l'ansia dell'evangelizzazione. Nel Vangelo odierno, Gesù sale a Cafarnao ed inizia la sua predicazione in questo luogo di passaggio sorto sul confine, sulle rive del lago di Tiberiade, lungo la strada che da Damasco portava al mar Mediterraneo (vedi Mt 4,12-17.23-25).
Matteo vede il trasferimento di Gesù da Nazaret a Cafarnao come realizzazione di Is 8,23-24 e quindi come volontà di Dio. Isaia aveva annunciato il passaggio da un tempo di oppressione a un tempo di salvezza. Il tempo della sventura ricorda probabilmente la conquista dei territori del nord, abitati da tribù del popolo d'Israele, da parte del re assiro Tiglat-Pileser (cfr 2Re 15,29) nel 734 a.C. Questa invasione portò a una notevole fusione della popolazione ebraica con i pagani. Per questo il territorio fu chiamato "provincia dei pagani" (Galìl haggojìm) da cui è derivato il nome di Galilea.
Nelle parole dell'evangelista Matteo troviamo ancora oggi il tema di fondo di tutto il periodo natalizio: la Luce. E questa luce è Gesù che entra nel vivo della storia annunciando dappertutto: "Il Regno di Dio è vicino" ed esortando: "Convertitevi".
La conversione è il punto di partenza della vita cristiana: i racconti di chiamata che seguono devono essere letti come esempi di ciò che la conversione può esigere dall'uomo. La conversione al regno dei cieli si realizza nel seguire Gesù e nell'entrare nella comunità dei discepoli che si stanno raccogliendo attorno a lui.
L'annuncio del vangelo del regno dei cieli è soprattutto a favore dei poveri e dei sofferenti. Gesù si impegna totalmente nella liberazione dell'uomo da tutte le sue miserie. "Predicava la lieta notizia del Regno di Dio e curava ogni sorta di infermità".
Ecco, Gesù si rivela quel "sole dall'Alto" venuto a illuminare le nostre tenebre: quella "Luce divina" tanto superiore alle nostre oscurità, ma anche si manifesta nel suo cuore umanissimo che si china sulle nostre ferite e avverte il grido di ogni dolore.
Invochiamo lo Spirito Santo perché ci aiuti ad incontrare il Cristo incarnato nella storia, senza fuggire dalle nostre responsabilità quotidiane. È lì che Gesù Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, ci consola e ci invita a seguirlo nella gioia del Regno.
O, Signore, proprio perché credo al tuo amore e alla forza operante del tuo essere Salvatore, ti prego, fa' che la mia fede diventi operante in pensieri atteggiamenti e gesti di carità.