domenica 31 gennaio 2010

Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!



Iniziamo un nuovo capitolo del vangelo di Marco e il tutto sembra un susseguirsi, da una riva all'altra. L'episodio di Gesù che la liturgia odierna ci presenta, sembra avere dell'incredibile. È narrato in modo concitato e descrive una scena con una tensione che raramente cogliamo negli avvenimenti nei quali è protagonista Gesù (vedi Mc 5,1-20).
Il tutto si svolge in territorio pagano e questo sta ad indicarci che nessuno è escluso dal messaggio di salvezza e dall'opera redentrice di Cristo. Qui Gesù incontra prima un uomo indemoniato. La sua possessione lo aveva relegato a vivere tra i sepolcri, in assoluto abbandono civile e morale. Gesù lo libera e gli restituisce una nuova dignità, una nuova possibilità di vita. Quel mondo è tutto "invasato" dal male: non si tratta, infatti, di un singolo demonio, ma di una "legione", un numero sterminato, che ha ridotto il malcapitato, che ne è posseduto, a vivere come un morto nei sepolcri. Segno concreto della terra pagana è quel numeroso branco di porci al pascolo sul monte (luogo riservato al culto e alla preghiera).
Il porco è animale immondo, aborrito dagli ebrei, e che può trovarsi solo in una terra immonda e pagana. Sono spiriti immondi e quindi l'abitare nei porci potrebbe essere loro di sollievo rispetto all'essere relegati nel loro inferno. La loro presenza è sempre e comunque devastante anche nei confronti di quegli animali, i quali, infatti, precipitano in mare.
La reazione scandalizzata dei suoi concittadini può essere spunto di riflessione per noi. Gesù, in questo episodio ha guardato all'essenziale ed al bene supremo che è la vita. Ha poi chiesto esplicitamente al miracolato di testimoniare agli altri l'amore e la misericordia di Dio.
Oggi dovremo saperci chiedere, se nella nostra esistenza vi è una Decapoli, dove abbiamo costruito idoli ai quali sacrificare la nostra vita. Gli idoli del denaro, della sete di potere e del successo possono indurci ad un'esistenza che ci pone lontano dagli altri per vivere tra i sepolcri, simbolo dell'aridità dei nostri cuori.
La domanda di fondo è: quale valore diamo alla vita, alle cose...?
Gesù ci insegna a saper riconoscere il vero valore in tutte le cose, per poter discernere serenamente quello di cui abbiamo veramente bisogno.
Preghiamo perché anche noi diventiamo testimoni sinceri dell'amore di Dio.