martedì 19 gennaio 2010

Mercoledì della II settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo odierno riporta ancora un altro episodio riguardo al sabato (vedi Mc 3,1-6). I quattro conflitti precedenti sono stati provocati dagli avversari di Gesù. Quest'ultimo è provocato da Gesù stesso e rivela la gravità del conflitto tra lui e le autorità religiose del suo tempo. E' un conflitto di vita e morte. E' importante notare la categoria di avversari che spunta in questo conflitto. Si tratta di farisei e di erodiani, ossia delle autorità religiose e civili. Il criterio di Gesù è questo: "Fare il bene, salvare una vita".
Proprio a questo deve servire la legge del sabato: per la libertà e per il bene dell'uomo, per evitargli una vita da schiavo e da forzato.
La domanda che Gesù pone ai farisei suona ai loro orecchi molto provocatoria, al punto tale che si chiudono nel silenzio per non dover prendere posizione. Se è a tutti evidente che in nessun giorno è permesso fare del male, uccidere, rimane da scoprire se in giorno di sabato sia permesso fare del bene, salvare una vita.
L'evangelista sottolinea che Gesù è "Rattristato per la durezza dei loro cuori". Gesù aveva cercato di evitare questa situazione; si era sforzato di rompere le barriere cercando il dialogo, perché fossero loro a dire ciò che si poteva fare in giorno di sabato, ma questi hanno preferito restare chiusi in loro stessi... in silenzio!
Quante volte nella nostra società si scontra il bene con il male? Cosa sia giusto e cosa no?
Il miracolo della guarigione dell'uomo che aveva la mano secca costerà la vita a Gesù. La croce si profila ormai chiaramente. E' il prezzo del dono che ci fa guarendo la nostra mano incapace di accogliere e di donare. Le sue mani inchiodate scioglieranno la nostra mano rigida.
In questo scenario, la prospettiva che Gesù e tutti i discepoli fino ad arrivare ai nostri giorni hanno è l'albero della croce dal quale penderà Gesù, il frutto della vita, verso cui possiamo e dobbiamo tendere la mano per diventare come Dio (cfr Gen 3).
Questo racconto chiude una tappa del vangelo in cui Gesù ci ha rivelato chi è lui per noi in ciò che ha fatto per noi.
Oggi, possiamo chiederci se il nostro agire, come singoli e come comunità, è animato da questa passione per la vita dell'uomo o se, invece, il nostro cuore rimane duro e insensibile davanti alle situazioni di schiavitù, di mancanza di vita, presenti nel nostro quotidiano.

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