lunedì 8 febbraio 2010

Martedì della V settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il Vangelo odierno porta delle controversie tra i farisei, gli scribi e i discepoli di Gesù circa alcune prescrizioni riguardanti la purificazione (vedi Mc 7,1-13).
I discepoli di Gesù si sentivano "liberi" da queste norme rituali che, per altro, non erano dedotte dalla Scrittura ma aggiunte dalla "tradizione degli antichi".
Inizialmente le disposizioni ricordate erano riservate ai sacerdoti; solo successivamente vennero estese a tutto il popolo. La disputa che viene fatta particolarmente tra Gesù e i farisei spostandosi subito su ciò che è puro e ciò che non lo è.
A questo punto credo che sia importante che ognuno di noi si ferma per dare un senso alla purità e chiedersi: che cosa intendo per puro?
L'evangelista Marco descrive chiaramente che c'è una religiosità delle labbra e una religiosità del cuore (tutt'oggi attuale!).
La prima è di facciata, fatta di parole, intrisa di doppiezza, che fa di te un sepolcro imbiancato, bello fuori e marcio dentro. La seconda invece è pura manifestazione d'amore e sgorga da un cuore semplice che accoglie la Parola di Dio e la mette in pratica. Chi la vive non dice con ostentazione: "Signore, Signore..." rimanendo però serrato nel proprio egoismo, ma cerca e compie sempre in tutto la volontà di Dio.
Il cuore... in questo organo vitale sta il problema e il suo punto nodale. Infatti è la fonte dell'impurità.
Dal cuore nascono i pensieri malvagi, le intenzioni impure, le decisioni cattive. È il cuore perciò che bisogna curare; è dal cuore che debbono essere sradicate le erbe amare ed è nel cuore che va accolta e custodita la Parola di Dio. Maria, la prima dei credenti, ce lo insegna fin dall'inizio. Essa, scrive il Vangelo, "custodiva nel cuore tutte queste cose", tutto ciò che vedeva accadere a Gesù. Il poeta Mario Luzi diceva che "la virtù se non arriva all'amore (il cuore) è cosa vana". Ed è tristezza, vuoto, fatica, non senso.
Ciò che talvolta tiene lontano da Dio e dal prossimo le persone buone sono le tradizioni religiose staccate dall'amore, che è la loro sorgente e la loro unica motivazione.
Nell'amore viene superata ogni forma di legalismo.
Ritorniamo al cuore, ritorniamo a Dio e chiediamogli: Donami di custodire con ogni cura il mio cuore, Signore, perché non mi accada d'essere un sepolcro imbiancato e d' infrangere con 'fantasmi di cose vané il ricordo puro e incessante della tua legge d'amore.