mercoledì 17 marzo 2010

Giovedì della IV settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leguanto scrivo!


La Parola di oggi ci provoca in profondità, ci chiama a dare la nostra risposta a una domanda che ormai, avvicinandosi la festa di Pasqua, non possiamo più eludere: "Credo che Gesù sia il Figlio di Dio?" (vedi Gv 5,31-47).
E' una domanda da farsi insieme alle seguenti: Perché credere in Gesù? Perché attribuire a Lui la gloria? Perché adorarlo come Dio e invocare da Lui la salvezza?
Di fronte a queste domande, decisive per tutti, non esiste nessuna rigorosa prova dell'esistenza di Dio (non fraintendetemi!!!); non c'è nulla da dimostrare; il mistero di Gesù semplicemente si mostra, si lascia soltanto intravedere in alcuni luoghi privilegiati di testimonianza. Gesù stesso, nel Vangelo di oggi, indica questi luoghi di testimonianza della sua divinità.
Innanzitutto la Scrittura, dice il Signore, che rende testimonianza che veramente la sua vita è la via di salvezza per tutti gli uomini. E' la sapienza antica che ha guidato il popolo d'Israele, salvandolo dalla schiavitù e dal deserto, che si è voluta fare ancora più vicina agli uomini, tanto da diventare carne e parola.
In secondo luogo: Dio, espresso prima in un personaggio misterioso e senza nome (v. 32) e poi ripreso in seguito, in forma esplicita, con l'appellativo di Padre (vv. 37-38).
Gesù fa appello alla testimonianza del Padre: essa è vera, forte, incontestabile, che da sempre con il Suo Spirito abita le profondità del nostro cuore e da quelle profondità con gemiti inesprimibili in eterno sussurra l'unico nome: Gesù. L'uomo può ingannarsi nei suoi giudizi, Dio no.
Infine le opere, ossia il creato stesso, la cui bellezza non cessa di rimandare al suo Fattore. Le opere, ovvero anche gli accadimenti stessi della nostra storia personale, eventi di liberazione e di vocazione a diventare figli di Dio. E' una verità scomoda: Gesù dice che non può venire riconosciuto da coloro che prendono gloria gli uni dagli altri.
Questa è una dura verità! Se sono tutto coinvolto e assorbito dalla mia esteriorità e da ciò che pensa la gente di me, difficilmente riuscirò ad essere sufficientemente libero per scoprire la presenza di Dio. Se sono più compiaciuto della domanda che ho posto e che denota la mia intelligenza, che della risposta che mi conduce alla verità tutta intera, difficilmente riuscirò a fare spazio a Dio.
Preghiamo per il dono della fede, della speranza e della carità, per vedere in Gesù il Figlio di Dio e per essere a nostra volta trasformati in figli di Dio, divinizzati nell’unione con il Figlio Unigenito.