venerdì 19 marzo 2010

Sabato della IV settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo che oggi ascoltiamo ci dice come Gesù prese su di sé le sorti del profeta rifiutato e quelle di tutti gli esclusi e gli abbandonati (vedi Gv 7,40-53). Gesù sa bene che le sue parole possono costargli la vita. E, in effetti, il capitolo settimo di Giovanni si apre proprio con la decisione dei capi d'Israele di far tacere per sempre il profeta, il Cristo, il Galileo. E' diventato troppo scomodo. Se è necessario va eliminato anche con la morte.
E' uno strano tipo Gesù. Gesù esce dagli schemi delle carte d'identità stabilite dagli uomini.
Non corrisponde alle aspettative e alle condizioni prefissate da tempo. Crea scompiglio attorno a sè e non si attiene alle attese prestabilite. Il potere umano non sa più come affrontarlo: non ne trova gli strumenti. Un drappello di guardie si trova in difficoltà ad applicare la ferrea regola. Uno studioso tra gli studiosi della legge ebraica mette tutti loro in crisi; è un momento di controversie, di ostilità verbali, prima che l’ostilità si manifesti con azioni concrete.
Chi è davvero Gesù? La preghiera contemplativa e la mistica aprono orizzonti certi. Oggi siamo chiamati a scoprire la nostra dignità di figlio/a. In Gesù si realizza quanto i profeti avevano da sempre annunziato: Dio avrebbe fatto sgorgare una sorgente eterna per dissetare Israele e tutti i popoli! E questo era veramente troppo per Israele; come poteva un uomo dire di sé ciò che si può dire solo di Dio? Ma proprio Gesù è la Parola di Dio che ha preso carne tra gli uomini, per ridare ad ogni uomo la dignità di figlio di Dio.
Ma per capire ciò bisogna leggere la nostra storia personale, sociale, ecclesiale alla luce del processo a Gesù e del dibattito suscitato dalla sua persona, quando viveva e compiva la sua missione in Palestina.
Preghiamo così: Liberaci dal pregiudizio, Signore, e dall'ostinazione del cuore di chi si rifiuta di accogliere la tua verità, rendici tuoi testimoni nell'amore e nella semplicità nella giornata che si apre, Dio benedetto nei secoli.