lunedì 4 ottobre 2010

Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il brano evangelico della liturgia odierna è molto conosciuto e ha dato la possibilità di molte interpretazioni diverse (
vedi Lc 10,38-42).
Nel suo viaggio a Gerusalemme, Gesù fa sosta a Betania e viene accolto da Marta sorella di Maria e di Lazzaro. Gesù ha fatto un gesto davvero "controcorrente" per la cultura ebrea: essere ospitato da una donna.
La scena, in questo focolare domestico, si svolge più o meno così: Gesù entra in una casa ed in una famiglia e vuole partecipare attivamente alla loro vita. Egli è l'ospite di riguardo; è un ospite che però non vuole imporre la sua autorevolezza ma la vuole dimostrare proprio in questa partecipazione familiare.
In questo atteggiamento di Gesù possiamo cogliere le motivazioni di due diverse accoglienze. Maria si pone ai piedi di Gesù, nel tipico atteggiamento della discepola. Ella non si è fatta ingannare dall'atteggiamento umile di Gesù, riconoscendo in Lui il vero Maestro. Marta, da sua parte, vede in Gesù il suo Signore e per questo vuole servirlo.
Maria vuole essere servita da Gesù, per il nutrimento della sua anima; Marta vuol servire Gesù per il nutrimento del corpo del Signore.
La presenza di Gesù in questa casa è gioia per Maria e fatica per Marta. Il dialogo che ne segue mette in evidenza la radice dei diversi atteggiamenti. In Marta emerge l'ego e il protagonismo che portano all'irritazione e all'affanno. In Maria è la docilità del discepolo che ascolta e accoglie il Signore. Azione e contemplazione non sono in contrapposizione. Ma l'evangelista sottolinea un'altro indirizzo di vita.
Se osserviamo, Gesù non interviene nel merito della questione e non fa arbitro tra le due sorelle. Gesù è interessato ai cuori e vuol sanare quelli che vede in affanno. Non a caso Gesù, poco prima di entrare a Betania, aveva raccontato la parabola del buon Samaritano.
Per essere davvero quel buon samaritano, sembra voglia dirci Gesù, capace d'amore compassionevole, pronto a farsi vicino e chinarsi sulle ferite del mondo, hai bisogno di chinarti ai miei piedi e di stare a lungo in mia compagnia, altrimenti ti disperdi, ti preoccupi e t'inquieti. Non solo, corri persino il rischio di sentirti, come Marta, "lasciata sola a servire".
Ora cogliamo bene come non ci sia, nell'intervento di Gesù, alcuna allusione alla superiorità della contemplazione rispetto alla carità in atto, ma solo una puntualizzazione: non ci può essere amore verace e duraturo se questo amore non è custodito da un cuore profondo e innamorato della Parola.
Lasciamo allora che il Signore si fermi nella nostra casa e rivolgiamogli queste parole: Signore, aiutami ad avere un cuore adorante e in ascolto, come Maria, seduta ai tuoi piedi, fuori dalla corsa del frenetico e affannato fare.


Ricordiamo oggi Santa Faustina Kowalska l'apostola della Divina Misericordia