Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!
La tua fede ti ha salvato: è il messaggio che risuona oggi nel Vangelo e che porta all’azione di grazie, all’eucaristia. Al tempo di Gesù i lebbrosi erano il simbolo dell’esclusione sociale. Ma l’esclusione, esercitata verso altri di cui si ha paura o che non interessano, è un atteggiamento che può tentare anche molti cristiani di oggi. Eppure Dio offre la sua salvezza a tutti gli esseri umani. La salvezza, infatti, è dono gratuito e non conquista umana: e a questa offerta tanti possono rispondere con la loro fede, al di là di ogni schema sociale o religioso.
Il binomio fede-salvezza offre il senso più completo dell’evento, come sottolinea Gesù con parole analoghe a quelle rivolte alla donna peccatrice, all’emorroissa,al cieco di Gerico: «Alzati e va; la tua fede ti ha salvato!». Secondo la teologia lucana, salvezza non è guarire dalla lebbra, ma affidarsi a colui che guarisce con l’obbedienza della fede. Solo il samaritano è entrato in questa logica ed è l’unico a darne testimonianza. Risulta dunque che il lebbroso samaritano è molto più di un miracolato e Gesù molto più che un guaritore.
Nella Chiesa, la fede di coloro che sono stati riscattati diventa azione di grazie al Padre per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo (cf. Col 3,16-17).
Entrare in questa logica è un guardarsi dentro. Il samaritano si è guardato, si è riconosciuto guarito e ha tratto le sue conclusioni.
Guarda cosa Dio ha fatto per te e scopriti guarito, riconosci le tante volte che Ti è stato a fianco per aiutarti e apri il tuo cuore alla lode, ringraziaLo per quanto ti è stato fedele “e non essere più incredulo ma credente.”
O Dio, fonte della vita temporale ed eterna, fà che nessuno di noi ti cerchi solo per la salute del corpo: ogni fratello in questo giorno santo torni a renderti gloria per il dono della fede, e la Chiesa intera sia testimone della salvezza che tu operi continuamente in Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
La tua fede ti ha salvato: è il messaggio che risuona oggi nel Vangelo e che porta all’azione di grazie, all’eucaristia. Al tempo di Gesù i lebbrosi erano il simbolo dell’esclusione sociale. Ma l’esclusione, esercitata verso altri di cui si ha paura o che non interessano, è un atteggiamento che può tentare anche molti cristiani di oggi. Eppure Dio offre la sua salvezza a tutti gli esseri umani. La salvezza, infatti, è dono gratuito e non conquista umana: e a questa offerta tanti possono rispondere con la loro fede, al di là di ogni schema sociale o religioso.
Il binomio fede-salvezza offre il senso più completo dell’evento, come sottolinea Gesù con parole analoghe a quelle rivolte alla donna peccatrice, all’emorroissa,al cieco di Gerico: «Alzati e va; la tua fede ti ha salvato!». Secondo la teologia lucana, salvezza non è guarire dalla lebbra, ma affidarsi a colui che guarisce con l’obbedienza della fede. Solo il samaritano è entrato in questa logica ed è l’unico a darne testimonianza. Risulta dunque che il lebbroso samaritano è molto più di un miracolato e Gesù molto più che un guaritore.
Nella Chiesa, la fede di coloro che sono stati riscattati diventa azione di grazie al Padre per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo (cf. Col 3,16-17).
Entrare in questa logica è un guardarsi dentro. Il samaritano si è guardato, si è riconosciuto guarito e ha tratto le sue conclusioni.
Guarda cosa Dio ha fatto per te e scopriti guarito, riconosci le tante volte che Ti è stato a fianco per aiutarti e apri il tuo cuore alla lode, ringraziaLo per quanto ti è stato fedele “e non essere più incredulo ma credente.”
O Dio, fonte della vita temporale ed eterna, fà che nessuno di noi ti cerchi solo per la salute del corpo: ogni fratello in questo giorno santo torni a renderti gloria per il dono della fede, e la Chiesa intera sia testimone della salvezza che tu operi continuamente in Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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