sabato 7 dicembre 2013

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Con questa seconda domenica di Avvento celebriamo la solennità della Vergine Immacolata. Parlare dell'Immacolato concepimento della Vergine Maria è riflettere sul mistero dell’Incarnazione.
I Padri della Chiesa del II secolo, come san Giustino († 163) e sant'Ireneo († c. 200), riconoscono la beata Vergine Maria come la nuova Eva, cioè la Donna nuova intimamente associata al Cristo, il nuovo Adamo (cfr. 1 Cor 15,45), nell'opera della salvezza.
La Parola di Dio ascoltata ci invita anzitutto a liberarci da ogni nostra preoccupazione, da ogni nostro peso, dal nostro peccato perché anche noi possiamo essere, con Maria, uomini e donne nuovi.
La pagina evangelica la conosciamo tutti, la preghiamo o meditiamo nel primo mistero gaudioso: l’Annunciazione.
Ma dove accade questo annuncio prezioso? Forse tutti, anche oggi, immaginiamo che sia un luogo dove l’osservanza della fede, della religione è scrupolosa, non fa una piega… tutti intenti alla preghiera, a meditare la Parola di Dio. Invece si presenta come il luogo della vita umana, in cui è facile falsare l’immagine di Dio pensando a noi stessi per far rivivere quella supremazia sulle cose e sugli altri.
Questo luogo non è la Giudea, dove si studia e si osserva la Parola di Dio. Non è Gerusalemme, la città santa, ma una regione disprezzata, infedele e semipagana: la Galilea.
Questo luogo si presenta come una nuova terra, Nazareth, capace di accogliere, tra difficoltà e momenti di dolore, ove si gusta le gioie di semplici feste, dove la ferialità della vita piace a Dio.
Qui vi è la casa della giovane donna, Maria, che Luca ama definire con il termine “vergine”.
Nella Bibbia questo termine non vuole indicare esclusivamente il fatto biologico, ma anzitutto una vita sempre disposta ad accogliere, un modus per vivere la quotidianità
Luca presenta la Verginità di Maria come la vergine Sion che diviene feconda perché il suo sposo la colma d’amore.
Maria, per quest’accoglienza di Dio nella vita ordinaria, è stata eletta fin dall’inizio a portare al mondo la Vita, il Figlio di Dio, Gesù.
Questo suo “sì” è fatto in piena libertà e non distratta dalle mille preoccupazioni di cui la sua stessa vita era avvolta (anche dal pericolo di morte).
Cosa significa dire di “sì” a Dio? È un assumersi quella responsabilità piena e per sempre di tutta l’umanità, il cui futuro è legato da quello che diremo, da quello che faremo.
Ecco chi è Maria: l’annuncio di una nuova era del mondo, cioè l’annuncio dell’uomo nuovo, Gesù Cristo.
Nel Vangelo, Luca ci presenta Maria al “sesto mese” cioè in quell’umanità imperfetta e fragile. Non è ancora sette, ma in questa cifra vi è racchiusa la vocazione di Maria, la sua umile comparsa sulla scena della salvezza, segno dell’amore di Dio per ciascuno di noi.
Qui sta la fede di Maria! Cioè quel fidarsi di Dio, per farsi strumento disponibile del suo progetto. Innescata la fiducia in Dio, il turbamento di Maria è un sedersi ai piedi di Cristo per imparare la cosa più importante: distinguere il superfluo dal necessario, distinguere ciò che è illusorio o permanente, distinguere tra effimero ed eterno.
Quante volte nella nostra vita la Parola di Dio non è così chiara. Anche per Maria, la Parola di Dio non è del tutto chiara.
Dio non chiarisce il mistero nei suoi minimi dettagli, Dio rivela quanto è essenziale. E in mezzo ai molti interrogativi, umanamente spiegabili, nell’umiltà della fede, Maria si fida.
Non pretende di capire ogni cosa e subito; accetta la condizione di chi indaga e, nella pazienza, attende che un giorno venga il tempo della comprensione più piena.
La novità della fede è comprendere che una cosa sola ha realmente valore: la volontà e il progetto di Dio nella propria vita, e la prontezza di viverla: “Eccomi… avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Un “sì” che si prolunga nel tempo, senza pentimenti e oscillazioni.
Credere in Maria è sinonimo di amare all’infinito. Il suo amare all’infinito l’ha portata ad essere una donna nuova quella terra nuova in cui abita la giustizia che significa essere cristiani “in Cristo, pensare come Lui, agire come Lui, amare come Lui” e non dei robot, come il progresso tecnologico insegna.
Essere terra nuova significa fare una scelta decisiva di fede che richiede il coraggio di essere persone libere, che sanno superare i condizionamenti delle opinioni correnti, delle ideologie, dei falsi pregiudizi, dei propri egoismi e anche dei furbetti di quartiere.
Ognuno di noi ha, in qualche modo, lo stesso compito che ha avuto Maria, la stessa incredibile vocazione: essere uomini e donne nuovi, che significa: mettere Dio al mondo, fare che Dio viva nel mondo, fare che viva nel nostro mondo, nel nostro quartiere, nella nostra vita di tutti i giorni.
Davanti agli annunci del Signore, c’è sempre il rischio di non accorgersi, di rifiutare, di sentirsi indegni o troppo degni, di essere occupati o incapaci, scontenti di sé e degli altri…
Eppure, un bel giorno, una giovane di Nazareth, in questo contesto, ha creduto. In Lei vive una fede viva, la fede vera, che è impegno di tutto l’essere, è risposta di ogni istante, è radice di ogni pensiero e di ogni attività.
Compito della fede non è di metterci al riparo da ogni disgrazia e difficoltà – neppure la Vergine Maria ne è andata esente - , ma di darci la forza di poter dire in qualsiasi evenienza: “Tu sei con me” (Sal 23,4)… “So infatti in chi ho posto la mia fede” (2Tm 1,12).
In questo tempo caratterizzato dalla diffidenza e dall’inganno, in cui non sappiamo più a chi credere e forse nemmeno vogliamo più credere a qualcuno, queste parole suonano incredibilmente attuali, quasi rivoluzionarie.
Facciamo anche noi come Maria: stiamo in disparte e viviamo la novità e la singolarità del dono.
Chiediamo a Maria di essere uomini e donne nuovi innescando fiducia in Dio per essere dono d’amore, per ripetere ogni giorno il proprio fiat, per essere un’immagine divina in questa nostra società.
Che ci aiuti a riscoprire quei gesti di amore, di umiltà e accoglienza che mancano sempre più nei nostri luoghi, quei gesti che scaldano il cuore e superano ogni distanza.
Ci aiuti ad attendere perché vogliamo che sia viva la speranza per attendere il Signore che viene con le lampade accese. Amen.

Buona festa dell'Immacolata a tutti voi!

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