sabato 21 dicembre 2013

IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Siamo arrivati alla IV domenica di Avvento, la festività che ci immette subito nel mistero del Natale.
Un mistero tanto grande che questa volta lo contempliamo insieme a Giuseppe, lo sposo di Maria. Dopo aver ascoltato la genealogia, cioè la storia salvifica che Dio inizia con Abramo e che trova il suo culmine in Gesù, questa domenica siamo ai fatti.
La liturgia della Parola ruota attorno ad un segno e ad una promessa: la nascita di un bambino, a cui sarebbe stato posto il nome «Dio-con-noi». Il segno dato dal profeta veterotestamentario diventa rivelazione neotestamentaria. Gesù è il segno della fedeltà di Dio: la sua venuta inaugura un tempo nuovo. La nostra attesa di Colui che viene, però, non può essere attesa oziosa e passiva, richiede disponibilità e accoglienza.
Il segno è in Maria, sua sposa, che "si trovò incinta per opera dello Spirito Santo" (1,18).
Plutarco, scrittore pagano del I secolo, scrisse nella "Vita di Numa" che, secondo gli egiziani, "non è impossibile che lo Spirito di Dio avvicini una donna e deponga in lei i germi di una generazione".
Lo Spirito di Dio è in effetti il protagonista di tutto il cammino della storia salvifica. Egli è il primo predicatore del Messia; il primo rivelatore della vera natura del concepito nel grembo di Maria: Egli è Dio!
Giuseppe riflette queste cose, riflette le meraviglie che Dio continua ad operare nella storia. Riflette che Dio ha bisogno di lui per compiere la Sua opera.
Forse Giuseppe non si aspettava che toccava proprio a lui, proprio in quel momento che aveva ideato una nuova famiglia.
Allora non gli resta che fare la verifica dei fatti. Non gli resta di far parlare Dio nella propria vita e accoglierlo come si conviene.
L'evangelista Matteo in questa IV domenica di Avvento indica a noi Giuseppe come un modello di vera e attiva collaborazione con il disegno di Dio.
Sia questa domenica il grande augurio della verifica dei fatti e, insieme a Kierkegaard, ci auguriamo: "Gesù, ci sia concesso di diventare tuoi contemporanei, vederti come e dove sei passato sulla terra e non nella deformazione di un ricordo vuoto".

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!


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