venerdì 15 gennaio 2016

Sabato della I settimana del Tempo Ordinario

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore


Gesù passa dalla vita di ogni giorno, dalla vita di tutti. Egli è al centro di tutto. Passando chiama persone al suo seguito. 
Se fosse ai nostri giorni, saremo capaci a guardare Gesù con la coda dell'occhio e malamente, solo per capire cosa sta combinando e magari mandargli una lettera anonima (e questo non è da cristiani, ma da figli di satana) per dirgli che sta sbagliando. 
Mettiamoci il cuore in pace. Gesù chiama chiunque: bello, brutto, buono, cattivo... chiunque. Perché tutti possono avere quella possibilità di condividere la vita di Dio e annunciarla.
Un esempio pratico, ce lo da l'evangelista Marco con la chiamata di Levi, un pubblicano che faceva l'esattore delle tasse a nome dei Romani. Un pubblicano, cioè un pubblico peccatore. 
Gesù cerca, sceglie proprie queste persone e con loro si siede a tavola. A loro affida un bel mandato: annunciare la buona notizia: il Vangelo.
Sbagliamo tanto nella vita. Anch'io per primo. Però tutti viviamo sotto lo stesso cielo senza dare senso a fatti e persone. E' arrivato il tempo di risorgere dall'individualismo, dal relativismo, dallo scetticismo perché "dentro di me c'è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c'è Dio" (Etty Hillesum), in quella sorgente c'è il fratello e la sorella nel bisogno e tutti in sincera ricerca di Dio amore.
Quest'amore si chiama misericordia. Anche la chiamata di Levi è avvolta dalla misericordia di Dio. Anzi, ogni passaggio di Dio nella nostra vita è un miserando atque eligendo.
Che Dio ci dia il dono della misericordia da accogliere e da trasmettere al di la di ogni nostro merito.