lunedì 8 febbraio 2016

Martedì V settimana del Tempo Ordinario

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini
 Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-13 

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti ,quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
 
Parola del Signore

La pagina evangelica odierna rispecchia ancora oggi della natura umana: l'ipocrisia. Sì, perché di ipocrisia si parla, di coloro che nella società si presentano falsi, mascherati.
Quante volte ci mettiamo in mostra, facciamo delle cose per piacere agli altri. Il problema però rimane: chi sono io?
La domanda dinanzi a Dio è superflua, Lui ci accoglie così come siamo. Però per fare un buon cammino è importante e doveroso farsi domande simili, per riconoscersi un piccolo palpito d'amore nell'infinito. 
Questo riconoscersi nasce nell'ascolto quotidiano della Parola di Dio. Ascoltarla non in maniera superficiale ma fattivo. Non esistono giustificazioni, ma fede e amore.
Allora, è importante avere un cuore libero per accogliere la Parola, anche se ci sembra che chieda più del dovuto, con piena fiducia e totale dedizione. 
Preghiamo con le parole del Salmista, recitate durante il canto alleluiatico: Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti; donami la grazia della tua legge.