mercoledì 22 aprile 2020

III DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)

EMMAUS: DALLA MORTE ALLA VITA

Siamo giunti alla terza Domenica di Pasqua, continuiamo a vivere nelle nostre case e proprio questa domenica, il brano evangelico ci riporta alla nascita della prima Domus Ecclesiae, una casa dove si riunisce una piccola assemblea liturgica per vivere il Giorno del Signore. Un po' come noi, che in questo periodo stiamo vivendo in maniera reale e non virtuale l'assemblea liturgica, domestica.
Questa domenica siamo tutti per la via. Forse l'abbiamo dimenticata come è, lo ricordiamo semplicemente: gente che corre, fugge chissà da che cosa percorrendo una via "sporca".
La via di cui parliamo può essere anche quella delle nostre vecchie abitudini che sono da rivedere per entrare nella storia da rinnovati. È l'esperienza dei due viandanti di Emmaus, che tornando da Gerusalemme, hanno lasciato dietro le loro spalle un grande leader di cui si pensava alla grande ma che poi fu crocifisso e qualcuno va dicendo che è risorto. Questo leader è Gesù di Nazaret.
La vita di questi due viandanti, che poi sono discepoli di Gesù, è segnata da quanto Gesù ha operato nella loro vita, nella loro storia ed essi non riescono a dimenticarlo, ne discutono appassionatamente, quasi a litigare tra loro per capirci qualcosa. Ma tutto rimane oscuro alla loro vita.
Sembra rileggere la nostra vita, la nostra storia, sempre pronti a tornare alle nostre vecchie cose quando qualcosa non va, quando la nostra vita è assalita dai fallimenti, dalle delusioni, dal dolore e continuiamo il cammino senza raccapezzarci, sconfortati, cercando rifugio. È proprio lungo la via di questo ipotetico rifugio che sperimentiamo l'incontro. I nostri santi, anche loro hanno avuto la loro Emmaus, magari qualcuno l'ha chiamato "notte oscura", qualcun'altro "voragine della vita", etc., ognuno però ha fatto l'incontro con il Risorto. 
Ora trovare una risposta al buio non è semplice. Occorre lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio, dalla Parola viva ed efficace (Eb 4,12). Occorre accogliere Gesù come compagno lungo la via, nella nostra vita, nella nostra storia. Lasciare che Lui spieghi le Scritture perché illumini con la Sua luce pasquale la nostra vita.
Alle volte ci crediamo di essere arrivati, di essere veri credenti, solo per il fatto di essere grandi divoratori di Eucarestie, ritiri e quant'altro possa fare bene alla nostra anima. E invece sappiamo tutto (anche se in questo caso la parola giusta è niente) e non abbiamo capito niente. Abbiamo veramente bisogno di fare Pasqua ogni giorno, cioè incontrare il Signore. Solo ascoltando la Parola del Signore, lentamente possiamo vedere la luce, incontrare il Signore. Rendersi conto che Lui non è un liberatore qualsiasi ma Colui che mi ha liberato, insieme a tutta l'umanità, dal peccato e dalla morte.
Lasciamo che il cuore arda facendo nascere in noi un nuovo desiderio, un nuovo entusiasmo, per ripetere l'incontro. Questa volta invitando Gesù a dimorare nella nostra vita, a restare con noi. Egli non entra semplicemente tra quattro mura domestiche, ma nella nostra vita, nella nostra persona e lo farà in modo abituale e continuo. E il Vangelo tutto questo ce lo ricorda con «lo spezzare del pane». È un gesto molto particolare che significa "condivisione della vita". Condividere la vita è proprio questo spezzare se stessi, parte di sé per gli altri. Già Gesù durante la moltiplicazione dei pani e dei pesci aveva fatto questo invito: «Dategli voi stessi da mangiare» (cfr. Lc 9,10-17). Alla luce della Pasqua quest'invito si rinnova, perché questo è il cuore del Vangelo.
Questa luce radiosa ha sfolgorato la vita dei due viandanti di Emmaus, si sono alzati dalla fossa della morte ed hanno ripreso la via della vita, dove Cristo sarà sempre presente per condividere tutto.
Il Vangelo conclude ricordandoci di essere testimoni. Quanto dovrà fare ogni discepolo è aprire il proprio cuore alla semplicità e far fiorire la vita. Il Signore ci faccia dono di questo.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: https://tuttonellamore.wordpress.com/2017/04/18/a-proposito-dei-discepoli-di-emmaus/