mercoledì 29 aprile 2020

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)

CRISTO: PORTA PER LA VITA ETERNA


Ogni anno, con la quarta domenica di Pasqua, la liturgia ci fa celebrare Cristo buon Pastore. Il Vangelo che ci viene proposto, durante il ciclo liturgico A, B e C è preso dal capitolo 10 del Vangelo secondo Giovanni ove domina la solenne immagine pastorale. 
Quest'immagine non è altro che un modo per capire quale è il nostro rapporto con Dio e Gesù questa domenica vuole spiegarcelo.
Noi, chissà, nella vita quale tipo di relazione tessiamo e soprattutto con chi! Facilmente, quando qualcuno non ci va a genio lo escludiamo dalla nostra vita e talvolta anche dalla società, così come è successo al cieco nato (Gv 9). E Gesù, partendo da questi fatti della vita, comincia a far pulizia e inizia dal recinto del Tempio, dove già una volta aveva cacciato i mercanti (Mc 11,15-19).
In questo Luogo sacro, Dimora e Abitazione di Dio, ladri e briganti fanno di tutto per impossessarsi di questo Tempio maltrattando il gregge di Dio, il suo popolo, mettendogli sulle spalle un giogo molto pesante, rendendolo schiavo, servo inadempiente.
Gesù si presenta loro inizialmente come la porta. Egli è la Porta! La porta è quel passaggio che permette l'incontro, la relazione e Dio in Gesù vuole ancora incontrarci, relazionarsi con noi e lo fa presentandosi non da ladro e brigante, anche se alla fine lo tratteremo così. Egli dice «IO SONO», quasi a spiegarci la sua identità divina, a ripetercela per l'ennesima volta, a dirci del suo rapporto con Dio, traducendo poi in gesti precisi e significativi le varie immagini di Dio che si china a interessarsi degli uomini: Io sono la luce, io sono la vita, io sono l'acqua, io sono il pane vivo... Oggi ci dice: «Io Sono la Porta delle pecore: se uno entra attraverso di me, sarà salvato» (Gv 10,9) e san Paolo afferma: «Cristo è venuto a liberarci, affinché restassimo liberi» (Gal 5,1). Gesù non fa altro che liberarci, spingendoci fuori da quel recinto che ci teneva legati dall'oppressione di una religione che non fa vivere. E lo fa in piena povertà e impotenza, chiamando «a verdi pascoli», alla vita eterna.
Gesù a tutti offre la vita eterna, però "sembra che solo qualcuno faccia parte del gregge" o per intenderci meglio, solo «coloro che ascoltano la sua voce, che la riconoscono».
Quanta verità in queste parole. Certo, se ascolto la Sua voce a Natale, Pasqua e festa Patronale, difficilmente potrò ricordarmi della voce di Colui che mi ama, che prepara un posto per me, che mi offre la vita eterna tutti i giorni, sempre, senza nessuna oppressione ma solo con amore che nutre. Ed è quest'amore che conduce a una vita autentica e non il bastone dell'oppressore.
Ecco chi è Dio: Verità e Autenticità che ha reso il suo amore tangibile sul legno della croce. Lui ama e amando libera, rassicura la nostra vita conducendoci alla vita eterna.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!






Oggi si celebra in tutte le comunità cristiane, la 57ma Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Il tema suggerito di Papa Francesco è: «Le parole della vocazione». 
L’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni della Chiesa italiana lo ripropone attraverso uno slogan preso dalla "Christus vivit!": «Datevi al meglio della vita!».
La giornata quest'anno, a causa del Covid-19, è organizzata e trasmessa attraverso i media.





immagine: www.cantalavita.com