giovedì 16 aprile 2020

II DOMENICA DI PASQUA o della DIVINA MISERICORDIA (ANNO A)

DAL DUBBIO AL CREDO


Domenica "in Albis" o "dello stesso giorno". Sì, "dello stesso giorno", perché anche questa Domenica ci ritroviamo nel pieno mistero pasquale. È la Domenica che ci permette di scoprire la nostra fede. Abbiamo dato tutto per scontato e forse continuiamo ancora a farlo, eppure questa Domenica interroga la nostra fede, per capire se è adulta oppure no.
L'ambiente è quello di una casa, possiamo dire la nostra casa al tempo di Covid-19. Essa è una nuova Chiesa, come testimonia una vignetta che gira su whatsapp, anche se in giro se ne fanno beffe. Ma al cristiano non importa questo. Egli desidera incontrare il Signore e come Gesù stesso disse alla Samaritana, non importa il luogo ma incontrarlo in Spirito e Verità.
Il Vangelo di questa Domenica descrive gli abitanti della casa paurosi, serrati dentro, tra le proprie cose. Quanto si aveva di più caro è morto e con lui ogni speranza. La nostalgia però tiene uniti, come il popolo in esilio, che pensando a Gerusalemme finalmente, dopo lunga attesa, possono "salire al Tempio" (Sal 121). 
La casa descritta dall'Evangelista è il Cenacolo. I discepoli, nonostante l'annuncio, in questo momento non si aspettano di rivedere Gesù e tantomeno vedere le ferite della sua passione. Preferiscono rimanere uniti ma nelle loro paure.
In questo contesto Gesù viene, è presente e dona la sua pace, dona la pienezza dei beni messianici. Egli è l'Agnello vincitore che porta ancora i segni della vittoria.
Il Risorto, ricordiamo, si mostra ai discepoli con le mani e i piedi segnati dalle trafitture. L’Incarnazione ha dato a Dio l’esperienza della sofferenza, del patire e del morire. Adesso il Risorto va incontrato nella carne dei sofferenti, toccato nei corpi delle vittime del male. E in questo periodo sono veramente tanti!
Questa è anche la domenica dell'apostolo Tommaso. Tommaso è chiamato Didimo una parola che oltre a significare "gemello", significa "doppiezza", "dubbio". E nelle righe del vangelo abbiamo dei residui di dubbio, come il dubbio di Tommaso che rappresenta i nostri dubbi.
Il Cristo Risorto, però, non è uno spirito o un fantasma come pure, il cristianesimo non è un’alienazione o uno spiritualismo quando prende sul serio il dolore del mondo, quando confessa il Risorto mentre cura il bisognoso, quando discerne il Risorto mentre tocca la carne piagata e ferita dell’uomo.
Tommaso è il discepolo invitato da Gesù stesso a mettere il dito sulla piaga, sul segno dei chiodi; a toccare la carne umana ferita per confessare il Risorto: «Mio Signore e mio Dio!».
Anche oggi, nella nostra vita, abbiamo dei residui di dubbio. E questa Domenica ma anche in altri giorni, siamo chiamati a far una verifica intelligente della fede per capire dove è riposto il nostro cuore, il nostro credo. Se siamo convinti che la morte è vinta, che la morte in croce di Gesù ha dato senso alla nostra vita; se la resurrezione di Cristo dà senso alla vita ed alla morte di tutti gli uomini, se è certezza concreta e speranza per tutti i discepoli ancora oggi.
Dal giubileo del 2000, questa è anche la Domenica della Divina Misericordia, una domenica in cui scende ancora una volta lo Shalom del Risorto per guardare "diversamente anche a quelle pagine della nostra storia che vorremmo dimenticare e che non riusciamo a benedire. Gesù c'inviterà a ricordarcele e a rileggerle con Lui. Allora capiremo il senso della nostra vita. Esperienza che faremo quando risusciteremo, ma che possiamo già cominciare a fare ora, con l'aiuto dell'ascolto e della preghiera" (Paul Devreux).
Siamo quindi invitati, ogni giorno, a prendere coscienza di poter incontrare il Signore risorto, se lasciamo che la nostra vita sia adesione totale al Vangelo, se accogliamo la Sua presenza. Il Signore è il Risorto, l’uomo nuovo che vuole camminare con noi, che rende possibile il cammino se saremo capaci di liberarci, con Lui, da ogni paura.
Tommaso è chiamato Didimo, "gemello", ma è riuscito a fare il passaggio dalla doppiezza ad essere "gemello" del vero credente, "gemello" di Gesù lasciandosi conformare da lui!
Questa esperienza pasquale ci invita a fare la stessa esperienza di Tommaso, ad essere un po' testardi nella fede per arrivare alla vera fede, a lasciarci conformare dal Risorto e a riconoscerci fratelli, Chiesa sempre in cammino. Pasqua non è la data da calendario, è la vita intera, quotidiana, dei credenti risorti con Cristo, che camminano dietro di Lui ascoltando la sua voce, “senza stancarsi mai”, perché nel Cristo una nuova vita è cominciata.