ASCOLTA e AMA
Nel brano odierno abbiamo uno scriba. Non è la prima volta che Gesù ha da discutere con uno scriba, ma questa volta è diverso: lo scriba non si avvicina per mettere Gesù alla prova.
Un aspetto che possiamo cogliere dello scriba è che non si barrica dietro a un titolo. Noi, oggi, se una determinata persona non ha un titolo, un bollino, la declassiamo ipso facto. Ebbene lo scriba tutto questo non lo fa. Egli nella sua sobrietà si accosta a Gesù e lo chiama Maestro. Cioè, riconosce in Gesù un carisma, un qualcosa che va oltre l'apparire e domanda: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Una domanda forse strana, in Israele si sapeva bene quale era. Anche noi, forse, lo sappiamo, come del resto tutti noi ci vantiamo di sapere qualcosa di Dio ma non tutti conduciamo una vita secondo Dio.
Gesù, il Maestro, risponde senza nessun problema. Nel rispondere non si rifà alle Dieci parole, ma al cuore della Legge e dice: “tu amerai”. Il verbo è messo al futuro fa intravedere quell’amore sincero per Dio praticato dall’interlocutore e che manifesta la sua familiarità con la sorgente dell’Amore.
Ecco il percorso di fede: pieno dell’amore. La risposta di Gesù è attinta dalla Sacra Scrittura, luogo in cui Dio perennemente corteggia. E Gesù non dice nulla di nuovo alla scriba ma lascia che egli trovi la sua giusta risposta: “se vuoi cogliere in nuovo, la parola è una sola: amerai”.
Qui la nostra fatica ed è tale perché abbiamo allontanato dalla nostra esistenza il principio dell’amore dando origine ai nostri mali, ai nostri fondamentalismi, alle nostre arroganze, al nostro individualismo. Non sappiamo mettere al centro Dio. Ci vantiamo di sapere tutto su Dio ma non sappiamo nulla; tanto è vero che prima vengono “le mie cose” e poi se c'è spazio metto Dio e, facendo così, dimentichiamo di amare l'Amore, come denunciava la mistica fiorentina S. Maria Maddalena de' Pazzi.
Se amo Dio, amo ciò che lui è: vita, compassione, perdono, bellezza; ogni briciola di pane buono, un atto di coraggio, un abbraccio rassicurante, un'intuizione illuminante, un angolo di armonia.
Arrivare alla santità non è come fare una dieta prescritta o stare attenti a ciò che si mangia ma uno scoprirsi amati per poter amare.
La pagina del Vangelo riporta l'aggettivo “tutto” per quattro volte: questo tutto è il nostro essere: cuore, mente, anima, forza. Se amassimo in questa maniera, vivremo meglio. Perché l'amore è guarigione dell'essere e per iniziare ad amare bisogna essere capaci di ascoltare. Infatti, la prima cosa che dice Gesù è «Ascolta, Israele. Questi sono i comandi del Signore... perché tu sia felice» (Dt 6,1-3). Non c'è altra risposta al desiderio profondo di felicità dell'uomo, nessun'altra risposta al male del mondo che questa soltanto: amerai Dio e il prossimo.
Ascoltare e vivere di quest’ascolto è il cammino di fede, di santità e lo scriba ne è cosciente di questo percorso, per questo Gesù gli dice che non è lontano dal Regno di Dio.
Anche noi, quando iniziamo ad ascoltare, ad ascoltarci, non siamo lontani dal Regno di Dio; quando cerchiamo la verità dentro e fuori di noi; quando cerchiamo l’amore per vivere d’amore, non siamo lontani dal Regno di Dio.
Dio a che fare con l’amore e non con delle regole da mettere in atto, con delle freddi esecuzioni di precetti. Il Signore si dona tutto e ci chiede tutto, ci chiede di amarlo in ogni cosa che facciamo.
Tocca a ciascuno di noi, se veramente ci poniamo in atteggiamento di ascolto per poi amare.
Il Vangelo ma tutta la Liturgia della Parola di questa domenica, ci conduce a scoprirci amati per scegliere di amare: “ama l’altro come ami te stesso”. È un imparare a sperimentare la bellezza e la ricchezza di quell’ “ascolta” che è la sorgente dell’amore per fare della nostra vita un dono d’amore.
Buona domenica nel Signore a tutti voi!
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