domenica 14 dicembre 2008

IMMERGERSI NELLE ACQUE DELL'AMORE DI DIO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Nel brano evangelico di oggi, troviamo descritto il conflitto che Gesù ebbe con le autorità religiose dell’epoca, dopo che scacciò i venditori dal Tempio (vedi Mt 21,23-27). Le autorità si consideravano i padroni di tutto e pensavano che nessuno potesse fare nulla senza il loro permesso. Per questo perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo.
Anche quando fu scritto il Vangelo stava accadendo qualcosa di simile nelle comunità cristiane. Coloro che resistevano alle autorità dell’impero erano perseguitati. C’erano altri che, per non essere perseguitati, cercavano di conciliare il progetto di Gesù con il progetto dell’impero romano (cfr. Gal 6,12). La descrizione del conflitto di Gesù con le autorità del suo tempo era un aiuto per i cristiani, affinché continuassero impavidi nelle persecuzioni e non si lasciassero manipolare dall’ideologia dell’impero.
I sacerdoti e gli anziani del popolo erano già sdegnati ed erano stati zittiti da Gesù con la citazione del Salmo 8,3. Adesso - arrampicandosi sugli specchi - volevano sapere con quale autorità Gesù facesse queste cose: entrare nel Tempio e scacciarne i venditori (cfr. Mt 21,12-13). Ma la domanda che gli rivolgono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo è ambigua: in verità vogliono eludere la sua parola e privarla dell'autorevolezza.
Gesù prende spunto dalle loro obiezioni e, attraverso l'esempio del Battista, afferma ancora una volta che la via della salvezza è la conversione del cuore, è affidarsi alla parola del Signore e immergersi nelle acque dell'amore di Dio. Nessuno può "ostinarsi" nel ritenere di possedere la salvezza da se stesso. Non ci sono meriti o privilegi che esimono dal cercare, dal camminare, dal seguire il Vangelo. Chi crede resta sempre discepolo di Gesù, figlio del Vangelo. Ma le autorità rifiutano di rispondere a Gesù e questo è la prova che la loro ricerca non è sincera. Non avevano creduto a Giovanni Battista che annunciava i tempi messianici: "Colui che viene dopo di me è più potente di me..., egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,11), ora non credono a Gesù. Rifiutare di credere a Giovanni Battista è mettersi nella situazione di non credere a Gesù. Nel vangelo di Matteo, Giovanni Battista è in tutto e per tutto in funzione di Gesù.
Anche oggi, alcuni che esercitano il potere, sia nella società come nella chiesa e nella famiglia, vogliono controllare tutto come se fossero loro i padroni di tutti gli aspetti della vita della gente. A volte giungono perfino a perseguitare coloro che pensano in modo diverso e... continuano a temere Gesù. Il nostro mondo dimentica l'autorevolezza che deriva dall'esperienza, in un'epoca fatta di specialità, per cui un giovane studia per decenni per essere pronto ad affrontare il mondo del lavoro; abbiamo bisogno di persone significative che ci guidino sulle strade della vita, che ci insegnino la difficile arte del vivere. Gesù, Maestro autodidatta, è credibile perché non recita una lezione su Dio, ma parla della sua esperienza, è credibile perché non fa della sua cultura un'arma per affermare una diversità o per affermare un potere, ma davvero la usa per condurre il popolo semplice alla presenza di Dio. A distanza di duemila anni, nell'epoca dei tuttologi, la sua parola resta immutata, comprensibile, perché parla ai cuori, perché riempie di vita, perché dona la luce di Dio.
Preghiamo perché il nostro cuore sia trasformato in amore. Possiamo farlo usando anche queste parole: Signore Gesù, tu sei grande, tu sei il più grande della storia e non solo non hai spadroneggiato sugli altri, ma hai mostrato, specie ai più deboli, la tenerezza del Padre. Dà autorevolezza anche al mio dire e operare per la verità e il Regno.