lunedì 15 dicembre 2008

L'ASSENSO DEL CUORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Dopo che abbiamo visto il conflitto tra Gesù e i dottori della legge, adesso abbiamo un seguito nella pericope di oggi: nella parabola dei due figli (vedi Mt 21,28-32). Come reazione spontanea a questa storia mi è per prima cosa venuta in mente questo pensiero: “Che cosa c'entra questa parabola con il cammino che stiamo facendo verso il Natale del Signore?”, ma evidentemente ho tralasciato la parte finale del brano evangelico per capir meglio il senso. Comunque, vediamo di cogliere un messaggio per la vita.
La parabola fa osservare chi ha compiuto la volontà del padre, ma è solo una questione di obbedienza? No, la riflessione va oltre la semplice obbedienza che si può notare. Questa parabola evangelica mette a nudo la contrapposizione tra il "dire" e il "fare" che spesso caratterizza la nostra vita. E', infatti, una contrapposizione che non divide gli uomini tra loro: da una parte quelli che fanno e dall'altra quelli che parlano. In verità, divide piuttosto la vita di ognuno di noi, talora sprecata nelle troppe parole. Il Signore viene a dirci che contano i comportamenti. Lo aveva detto già un'altra volta: "Non chiunque mi dice 'Signore, Signore', entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Gv 7,21). La fede non è pronunciare delle formule ma mettere in pratica il Vangelo. Oggi il mondo ha bisogno di testimoni, ossia di discepoli che sanno mostrare con la loro vita la verità e la bellezza del Vangelo. Giovanni, con il suo essere "voce" non ha fatto che anticipare questa bellezza e viverla finchè non gli è stata tolta con violenza. Una provocazione per noi che a volte, dietro la maschera dell'immediato "Sì, Signore", nascondiamo una resistenza ostinata alla sua volontà, un atteggiamento sfuggente dettato dall'io orgoglioso e ribelle. Non illudiamoci! Anche quando in pratica facciamo quel che dice la legge, mancando di cuore e di amore, siamo disobbedienti. E il sentirsi giusti è un'aggravante che mostra lo spessore della nostra durezza.
Siamo nella novena del Natale del Signore, proviamo a rivisitare la nostra vita alla luce della Parola del Signore. Preghiamo così: Al sì delle mie labbra, corrisponda sempre, Signore, l'assenso del cuore, subito pronto a invocare il perdono se lungo i giorni si schiude ai miei occhi la consapevolezza d'aver disobbedito ai tuoi comandi.


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