lunedì 22 marzo 2010

Martedì della V settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il Vangelo di oggi gioca tutto su due parole opposte: "quaggiù" e "lassù" (vedi Gv 8,21-30). Parole opposte quasi a distinguere nettamente tra chi sceglie il mondo, inteso come peccato, e chi sceglie Dio. ma gesù da a ciascuno di noi una sola speranza, quella della Croce: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo allora saprete che io sono", e ne è testimone il centurione che dopo la morte di Gesù lo riconosce come il giusto: "Visto ciò che era accaduto il centurione glorificava Dio" (Lc 23,47). La croce, scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani, diventa l'unica strada di salvezza.
L'evangelista Giovanni vuole sottolineare per noi che ci sta una incompatibilità profonda fra il Signore e questo mondo, la sua logica e quella degli uomini.
Gesù è sempre avanti, un passo oltre a noi, e quando pretendiamo di averlo già capito o di possederlo, è proprio allora che ce ne siamo allontanati di più. Ma questo non perché Gesù vuole nascondersi o sfuggirci, ma perché egli vuole attrarci sempre più lontani da noi stessi, dalle nostre abitudini e modi di essere per "innalzarci" con lui verso il Padre. Ecco che allora quella domanda essenziale e scarna che si rinnova fino ai nostri giorni: "Tu chi sei?". E' la domanda della nostra vita, il senso del nostro sforzo di essere migliori.
A quell'interrogativo Gesù risponde in modo altrettanto scarno ed essenziale: "Io Sono" che possiamo tradurre con "Proprio ciò che vi dico". Cioè è la Parola che ci da la vera immagine e identità di Dio, per questo va scavata, ruminata, digerita, perché ci rivela sempre nuovi tratti ed espressioni del suo volto.
Gesù è il Dio che salva. L'umanità non ha altro salvatore che Gesù. Egli è colui che libera dalla schiavitù del peccato quelli che credono in lui, che scoprono in lui il Figlio di Dio, che vedono in lui non un uomo condannato a morte, ma il Figlio dell'uomo innalzato come segno di salvezza.
Il brano si conclude con la constatazione che "molti credettero in lui". La fede è un dono ma cresce quando noi preghiamo e riflettiamo sul messaggio evangelico e ce ne lasciamo pervadere mente e cuore.
Preghiamo con le parole di un vescovo: "Mandaci la brezza leggera dello Spirito, che offre suggerimenti interiori produce mentalità senza ricorrere alla forza e spinge al cambio senza creare traumi" (Tonino Bello).