sabato 19 luglio 2014

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

«Signore, da dove viene la zizzania?». Rispose: «Un nemico ha fatto questo!». I servi: «Vuoi che andiamo a raccoglierla?».Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Non so se vi è mai capitato di andare in campagna per ammirare la natura e il vostro sguardo cade, prontamente, sulla parte dove cresce la gramigna, la zizzania.
Ebbene, più o meno la stessa scena l'abbiamo con il vangelo di questa domenica: avere uno sguardo pronto e soffocante sul male.
Il vangelo però vuole allargare l'orizzonte: lasciare che il bene e il male vivano insieme, perché alla fine lo sguardo sarà solo sopra il bene. In altre parole ci invita a guardare il positivo, il bene, il bello.
Questo non è facile capirlo, eppure fa parte della nostra vita. Una vita graffiata dal male, dal peccato. Un cuore che cede alla tentazione, che si abbandona ad essa come un fallito in quanto non si riconosce figlio e che non punta lo sguardo oltre l'orizzonte: in Dio Padre.
L'evangelista Matteo in queste domeniche, al cap. 13, ci riconduce a Dio attraverso le parabole del Regno: la zizzania, la senape e il lievito. 
Tre elementi che ci parlano di pazienza, di umiltà, di forza, di amore per la vita. Tre elementi che ci fanno cogliere il positivo della vita in mezzo al negativo. Sì, è proprio così. C'è un buon seme seminato nel campo della nostra vita. Portiamole attenzione, lasciamolo risplendere. Non sono i difetti a cui dare attenzione ma a quanto c'è di buono. I difetti riusciremo un giorno a toglierli. In questo momento, però, siamo chiamati alla vita e a farla risplendere in tutta la sua bellezza.
Non siamo chiamati a fuggire dalla realtà, che magari non ci piace, usando violenza al male, ma chiamati ad essere presenti, perché solo con la presenza, quella sostenuta da Dio, immergendoci nella nostra realtà possiamo scoprire quella forza che è in noi, quelle capacità belle, quelle capacità di trascendenza che ci fa osservare la creazione con lo sguardo di Dio.
Avere lo sguardo di Dio fa superare ogni tristezza, ogni avversità ogni dolore, perché Dio è amore, è bellezza. ''E l'amore di Dio non è qualcosa di vago, un sentimento generico; l'amore di Dio ha un nome e un volto: Gesù Cristo. E' un amore che dà valore e bellezza a tutto il resto: alla famiglia, al lavoro, allo studio, all'amicizia, all'arte, ad ogni attività umana. E dà senso anche alle esperienze negative, perché ci permette di andare oltre, di non rimanere prigionieri del male, ma ci fa passare oltre, ci apre sempre alla speranza, all'orizzonte finale del nostro pellegrinaggio. Così anche le fatiche e le cadute, anche i nostri peccati trovano un senso, perché l'amore di Dio ci perdona'' (Papa Francesco).
Come accade tutto questo? Nel vangelo i tre elementi sono pieni di dinamismo, evoluzione costante. Anche la nostra vita è in evoluzione. Però il Signore Gesù ci esorta a più riprese di vivere il "qui e ora", perché il Seminatore ha seminato un buon seme dentro il cuore di ciascuno.
Lasciamo allora che questo tempo estivo non sia il tempo per estirpare tutto, il tempo per abbandonarci al negativo, ma di convivere con pazienza, umiltà, con amore gettando un nuovo sguardo sull'esistenza, per farsi consapevoli della bellezza della vita, da vivere secondo Dio.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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