venerdì 24 novembre 2017

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

L'avete fatto a me.

L'ultima domenica dell'anno liturgico ci porta a festeggiare Cristo Re. Ma che senso ha nella nostra vita, festeggiare Gesù Cristo, Re?
Abitualmente, Cristo Re lo celebriamo nel corso di tutto l'anno liturgico e in particolare durante la Settimana Santa, in ciò che chiamiamo "passione", dove trova il suo culmine con la sua morte in croce. Ma è solo questo?
Forse abbiamo già notato che il Vangelo ricapitola tutto in Cristo (cfr. Ef 3,1-10), presentandolo come "pastore" e "giudice".
La nostra vita cristiana spesso vive tra antipatie e simpatie, tra usa e getta dimenticando il cuore del Vangelo, dimenticando chi stiamo seguendo. L'obiezione di fondo è: "ma io faccio questo...". Una affermazione plurisecolare che oggi non regge più, in quanto si presenta solo come maschera della vita.
Il cuore del Vangelo richiama all'Amore per eccellenza e ad amare, sempre. Non ci sono mezze misure. Infatti, tutti saranno radunati per essere interrogati sull'amore (San Giovanni della Croce). Chi più e chi meno. La domanda per tutti è uguale. È finito il tempo di seguire un Cristo Gesù estetico. Bisogna seguire l'Amore non amato e poco conosciuto (Santa Maria Maddalena de' Pazzi). Infatti, cosa resterà della nostra vita se non l'amore?
Allora è il caso di interrogarci di come amiamo; di come trascuriamo l'amore. Se per amare qualcuno, il sofferente, cerchiamo ancora il tornaconto e nel frattempo lo lasciamo nella sua solitudine sofferente, oppure amiamo e basta senza tanti sotterfuggi. Già il profeta Elia rimproverava questo tipo di maschera umana (cfr. 1Re 18,21). 
Il Vangelo odierno ci dice che il non amare è paragonato ad aver perso lo sguardo di Dio. 
Perdere lo sguardo di Dio, biblicamente parlando, significa che la nostra vita è su un letto di morte. È facile pensare in certi casi a se stessi. San Paolo ci ricorda che "nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, ma per il Signore, per l'Amore" (Rm 14,7).
Perdendo lo sguardo di Dio perdiamo le opere buone del Vangelo lasciando ancora in piedi quella domanda che troviamo al principio: "che cosa hai fatto di tuo fratello?" (Gen 4,10).
Gesù interroga su queste opere buone del Vangelo. Interroga sullo stesso sguardo di Dio, su quello sguardo che ti estrae dal potere della morte. E c'è di più. Dice: "tutto quello che avete fatto (cioè le opere buone) a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".
Avere quest'attenzione verso l'altro, verso il sofferente, verso l'ultimo non è un optional ma è avere attenzione a Cristo stesso, perché tutti sono "la carne di Cristo". Avere attenzione all'altro, al sofferente, all'ultimo è entrare nel Regno.
Sia questa domenica uno sprone alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con gli ultimi, con i sofferenti, con i poveri ci permette di comprendere Gesù Cristo, Parola eterna del Padre, nella sua verità più profonda.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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