lunedì 7 gennaio 2008

METTERSI IN GIOCO

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Questi giorni vengono chiamati "ferie dell'epifania". Ciò significa che siamo nella luce dell’Epifania, presenza velata che vuole manifestarsi nei nostri cuori e attraverso noi nel mondo. È l’avvenimento che deve illuminare questa settimana.
Il Vangelo che ci viene presentato (vedi Mc 6,34-44) cammina su questa linea. Anche nella nostra vita spirituale, in cui ci si ritrova come a Cafarnao: è bello ascoltare Gesù, solletica la nostra fede, ci affabula, e poi i suoi gesti sono credibili, straordinari. Gesù qui chiede qualcosa a ciascuno di noi, chiede poco, pochissimo, ma chiede. Ci vuol far fare un passaggio: abbandonare la platea e salire sul palco, chiede di non affacciarsi dalla finestra, ma di lasciarsi coinvolgere, chiede di metterci in gioco e di condividere con gli altri quel poco che siamo, ma di condividerlo.
Abbiamo bisogno anche noi di fare il salto, di metterci in gioco, una volta tanto, rinunciare a mille dubbi, a conservare con gelosia le nostre poche cose, ma buttiamole nel piatto della generosità per rivedercele restituite mille volte tanto. Osate rischiare, finalmente, osate credere, osate spianare la vostra vita sulla strada del dono, nel desiderio della condivisione. Che cosa c’è di più importante nella vita, che amare con verità e tenerezza? Ci sono, infatti, tante caricature dell’amore. L’amore non fa calcoli, si dona con sovrabbondanza, come le ceste piene di pezzi di pane che rimasero dopo che tutti ebbero mangiato a sazietà.
La Parola di Dio fatta carne si fa nutrimento spirituale in ogni Eucaristia. Riscopriamo il nostro stato di figli di Dio, di mendicanti di Dio. Al di fuori dell’amore, vedremo soltanto infantilismo, umiliazione. Nell’amore, comprenderemo che tutto è differente: siamo figli prediletti del Signore e dobbiamo comportarci con gli altri di conseguenza.
Preghiamo semplicemente così: Eccomi, Signore!