martedì 18 marzo 2008

ABBRACCIARE LA CROCE CON AMORE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Continua la riflessione sul tradimento di Giuda Iscariota, un apostolo di Gesù che è stato con Lui, che ha ascoltato la Sua Parola, che ha visto le opere da Lui compiute e che comunque sceglie di tradirlo. Giuda continua a stare con Gesù e attende il momento propizio per consegnarlo ai sommi sacerdoti; vive con ipocrisia e divisione il suo rapporto con Cristo, tanto da rivolgersi a Gesù che parlava del suo traditore, dicendo: «Sono forse io Signore?». Gesù risponde, come spesso ha fatto con i farisei, con i capi del popolo: «Tu l'hai detto», sottolineando che è Giuda stesso a condannarsi. Gesù va avanti nell'attuazione del disegno di Dio su di Lui, e fa preparare tutto il necessario per festeggiare la Pasqua. Durante la cena, annuncia il tradimento di Giuda.
L'Antico Testamento parla già del tradimento dell'amico (Sal 41,10). Il popolo di Giuda condanna Gesù e lo consegna ai pagani. I lavoratori della vigna, dopo aver ucciso i servitori, uccidono anche il figlio del padrone. “Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi” (Mi 6,3). Giuda vende Gesù per trenta monete d’argento. Il valore di un servo era di trenta sicli d’argento (Es 21,32). Si valutò con lo stesso valore il profeta che era decaduto (Zc 11,12s). Ed è ancora questa somma che il sinedrio dà per Gesù (vedi Mt 26,14-25).
Ma perché meditiamo su un personaggio che tradisce? Attenzione, non lo facciamo per puntare il dito. La Parola è sempre per noi, per l'oggi; la figura di Giuda, che tradisce il Maestro, che con ipocrisia continua a stare con Lui e con gli altri discepoli, deve essere quello strumento in cui possiamo verificare la nostra esistenza, per verificare qual è il nostro posto nella Chiesa, come procede la nostra vita al seguito di Cristo. Quando prego con il Rosario, ai misteri dolorosi, il secondo si ricorda la flagellazione. Ebbene, io dico sempre: "il tradimento di Giuda e la flagellazione di Gesù", proprio perché voglio pregare per la mia esistenza, per l'esistenza di una vita imperfetta e capire il mio ruolo al seguito di Cristo.
Quando ciò che era stato annunciato si realizza, le Scritture terminano. Tutto, da sempre, era presente agli occhi di Dio. L’azione dell’uomo era prevista, ma non predeterminata. Ed è per questo che Gesù non toglie la responsabilità a colui che lo consegna, poiché egli ha utilizzato male la sua libertà.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La parola del Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre orecchie, affinché possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che celebrano con lui la Pasqua, come membra vive della sua Chiesa. Il sacrificio pasquale richiede la nostra partecipazione, non possiamo restare indifferenti, come se la cosa non ci interessasse, e continuare a vivere rivolti verso i nostri impegni, i nostri affetti, le nostre responsabilità. Il sacrificio di Cristo per noi ci spinge ad uscire allo scoperto e a partecipare alla sua morte e alla sua resurrezione.
Preghiamo perché non fuggiamo dalla croce, anche se alle volte vorremmo fuggire da tutto e da tutti. Ma chiediamo che la grazia divina ci aiuti ad abbracciare la croce con amore.